Il sé razionale fa parte degli aspetti psichici legati alla Mente. Dietro a tutti gli aspetti mentali, possiamo riconoscere un grande archetipo: Apollo, il dio dell’ordine, della chiarezza, della struttura e della logica. Il Mentale, e le energie ad esso collegate, è fondamentale per vivere nel mondo; grazie ad esso possiamo studiare, analizzare, creare struttura, ragionare, dedurre. Tuttavia il mentale ha due limiti…..
….. non sa creare connessione energetica con gli altri esseri umani e non sente: le emozioni sono un mistero, la vulnerabilità è un concetto più che una realtà, le sensazioni del corpo sono da eliminare o comunque misteriose.
Il sé che parla è il sé razionale di Carlo.
Carlo conosce appena il Dialogo; in questa seduta porta il disagio di una lite furibonda avuta il giorno prima con sua moglie Teresa, a proposito delle vacanze. Carlo racconta che Teresa l’ha accusato di aver deciso tutto da solo e di averla “tagliata fuori” dalla scelta. Lui non capisce la reazione esasperata di lei, si sente offeso e distaccato. Non riesce a vedere dove fosse il problema. Dopo aver parlato un po’ dell’evento stando al centro, il facilitatore propone di parlare con la parte di Carlo che, il giorno prima, ha gestito la conversazione, quello che non vede dove fosse il problema.
Sé razionale di Carlo (sicuro, freddo e distaccato): – Non riesco veramente a capire dove fosse il problema. Carlo aveva scelto con molta cura, aveva raccolto tutte le informazioni, prezzi, dettagli… insomma aveva fatto una pianificazione perfetta.
Facilitatore: – Immagino che l’avesse fatta con il tuo aiuto…
Sé R. C.: – Certamente. Avevo fatto io tutte le valutazioni. Il migliore rapporto qualità/prezzo; in più l’anno scorso i loro amici XX erano andati nello stesso posto, ed erano stati molto contenti. Insomma avevo fatto un ottimo lavoro. Chiaro che c’era anche l’organizzatore con me…
F.ore: – Teresa invece…
Sé R. C: – E’ stata una scena assurda. Ha accusato Carlo con quel suo modo irruente, rabbioso, illogico. Per Carlo è insopportabile. Ho cercato di farla ragionare, ma è stato come versare benzina sul fuoco. Badava a dire che lui l’aveva “tagliata via”. Non capisco.
F.ore: – E’ una situazione che capita spesso, tra Carlo e Teresa?
Sé R. C: – Lei è molto passionale, troppo. Per me è anche un po’ isterica. Io detesto queste forme assurde di comunicazione. Amo che tutto sia spiegato chiaramente, logicamente. Non capisco perché non si possa ragionare in modo sensato.
F.ore: – Immagino che tu sia da molto con Carlo… Mi piacerebbe conoscere meglio la tua storia, in lui…
Sé R. C: – Io ci sono da sempre… per quanto Carlo ricordi della sua infanzia, io ero già lì (si erge ancora di più sulla sedia, drizzando la schiena. Gli occhi diventano più acuti). D’altra parte dovevo esserci. Lui era l’ultimo figlio di cinque fratelli, una famiglia caotica, chiassosa… Il padre era imprevedibile. Non sapevi mai come sarebbe rientrato a casa. La sua famiglia era un’onda emotiva perenne, un vero disastro. Io ho cercato di fargli capire qualcosa, per potersi regolare.
F.ore: – Penso davvero che allora, senza di te, le cose sarebbero state terribili…
Sé R. C: – Non riesco neppure a immaginare come avrebbe potuto sopravvivere. IO lo aiutavo a mettere ordine logico alle richieste più illogiche della sua famiglia… Anche lo spazio fisico era ridotto, vivevano praticamente in tre stanze… Io lo aiutavo a non sentire il disagio (senza quasi che se ne accorga, lente lacrime scendono dai suoi occhi)
F.ore (sempre distaccato per risuonare con l’energia razionale, ma appena un poco più empatico): – Sembra che questo disagio sia ancora presente…
Sé R. C: – Bah, non è nulla. Non so cosa mi succede. E’ una tristezza antica (le lacrime scompaiono). Non c’è veramente nessuna ragione di piangere!
F.ore: – Sembra che questa frase abbia un suono antico…
Sé R. C: – E’ vero… Quand’era piccolo era lagnoso. Era il più piccolo, ti ho detto. Nacque nove anni dopo l’ultimo figlio. Erano tutti più grandi, in quella casa. E prepotenti. Ognuno aveva qualcosa da dirgli, da ordinargli, da criticare, per il solo fatto che erano più grandi… Insomma io ho dovuto davvero sostenerlo, e uno dei modi è stato proprio di non farlo piangere. Era una cosa inutile.
F.ore: – Capisco. Ci sono molte altre emozioni inutili…
Sé R. C: – Se non ci fossero, le emozioni, come si vivrebbe meglio! E invece, guarda un po’, si ritrova una moglie che è piena di emozioni! E che lo accusa di non sentire!
F.ore (colpito dal dolore dell’ultima frase): – Tu lo hai aiutato a non sentire, quando era bambino. E certamente allora era l’unica cosa che poteva proteggerlo…
Sé R. C: – Non so come avrebbe potuto sopravvivere senza di me.
F.ore: – Ti capisco. Tuttavia ora Carlo è adulto… e forse potrebbe ricontattare le sue emozioni senza il rischio di una volta…
Sé R. C: (un po’ a disagio): – Non so neppure da che parte cominciare. E non sono sicuro che sia la cosa giusta per lui. Con me, sta tranquillo. Io porto ordine e logica, è facile tenere le situazioni sotto controllo. Con le emozioni non si sa mai dove si va a finire. Guarda cosa è successo ieri!
F.ore: – Sai , innanzitutto vorrei rassicurarti: non devi essere tu a “fare” questa cosa. Sta a Carlo. E comunque non andremo a contattare nessuna emozione se tu non sei d’accordo.
Sé R. C (visibilmente sollevato): Ho bisogno di rifletterci su. Mi rendo conto in effetti che così Carlo non sta completamente bene. Io sì, ma lui no.
F.ore: – Qual è la cosa che temi di più, per lui, se entrasse in contatto con il suo mondo emotivo?
Sé R. C (dopo una lunga pausa): – Intanto che soffra di più… potrebbe essere travolto. Le emozioni sono travolgenti… potrebbe diventare fragile… potrebbero farlo a pezzi…
F.ore: – Voglio rassicurarti che andremo a contattarle solo quando tu sarai d’accordo. E questo forse lo aiuterebbe nella relazione con Teresa. Ma per ora lasciamo questo tema come spunto di riflessione, ti va bene?
Sé R. C: – Sì. Ci rifletterò… (sorride) dopo tutto è la cosa che so far meglio!
Alcune considerazioni sui sé mentali
Il sé razionale può attivarsi in modo primario per proteggere il bambino da una famiglia emotivamente tumultuosa, come nel caso di Carlo. Può anche svilupparsi aderendo invece al modello famigliare, nel caso di una famiglia molto intellettuale e razionale essa stessa. Indipendentemente dalle ragioni del suo sviluppo, il sé razionale agisce “tagliando via” le percezioni del corpo e le emozioni. Molto spesso questo processo è indispensabile, nella situazione di vita che il bambino si trova a confrontare: è l’unica soluzione possibile per sopportare quello che i genitori o le persone che contano per lui/lei esigono, fanno o dicono, per tentare di adeguarsi alle loro esigenze verbali o non verbali.
“Non piangere… Non c’è veramente nessuna ragione di piangere!” è una delle frasi più banali, ma anche una delle più ingiuste per un bambino. Il pianto è un modo per lasciare andare lo stress interno, è un meccanismo naturale di regolazione interna delle proprie energie. E’ indispensabile sia al bambino che all’adulto.
Una cosa interessante del sé mentale è che, in realtà, è “seduto” su un mare di emozioni che finiscono per governare in modo indisturbato. Nell’intervista, il sé razionale di Carlo nega l’impatto di quelle lacrime silenziose e, quando il Facilitatore gliele fa notare, immediatamente la loro presenza viene tagliata via, minimizzata. Il sé razionale non “sa” nulla di questo dolore.
E’ molto interessante: quando il mentale è così impegnato nel tenere sotto controllo le emozioni e il sentire corporeo, in realtà non può utilizzare la sua energia in modo sano e naturale! La sua stessa chiarezza è offuscata, il suo stesso potere è ridotto. La separazione dal sé mentale e il conseguente radicamento di un ego consapevole che possa creare l’accesso al mondo emotivo e corporeo ha un effetto sorprendente anche sul sé mentale: infatti ora questa energia, liberata dalla funzione “impropria” di custode della vulnerabilità, può fiorire. Il suo ruolo può essere riconosciuto e onorato.
I sé mentali e la New Age
Con lo sviluppo del movimento New Age e di un certo tipo di spiritualità, i sé mentali sono stati molto giudicati e molte persone hanno cercato di liberarsene, considerandole parti inautentiche, che tengono la persona lontana dal suo “vero sé”.
Nella visione del Voice Dialogue non esistono sé veri o falsi: tutti i sé, nella loro natura, sono autentici; tutti vanno riconosciuti e onorati, in qualche modo. Hal Stone ama dire che una società senza mentale gli sembra una visione d’incubo. Abbiamo bisogno di un mentale sano, riabilitato, per gestire la nostra vita nel mondo. E abbiamo bisogno del contatto con le energie istintuali, con la vulnerabilità e le emozioni per arricchire la nostra vita e per avere relazioni profonde e vitali con gli altri. Non c’è per nulla bisogno di sminuire il mentale per avere accesso alle altre energie! La cosa buffa è che in genere le persone che svalorizzano il mentale sono esse stesse molto mentali.
E’ quindi possibile, in seduta, incontrare dei sé mentali che sono stati rinnegati dalla persona, in seguito ad un percorso New Age, e che ora, rinchiusi e sminuiti, si vendicano togliendo alla persona l’accesso alle loro abilità. In questo caso è importante parlare con la parte (in genere un qualche sé spirituale) che detesta il mentale, in modo da poter riequilibrare il sistema.
Il mentale non è un nostro nemico. Ha semplicemente certe abilità e certe competenze che possono essere usate in determinati ambiti e non in altri. Quando i sé mentali comprendono che non sono in grado di creare connessione energetica e quindi che non sono utilizzabili al meglio nel campo delle relazioni umane, di buon grado accettano di ritirare la loro presenza da questo livello di noi stessi. Questo libera anche la loro energia verso quello che è invece il loro talento. Queste energie non amano giocare; vogliono lavorare. Non amano l’imprevedibile, vogliono la struttura. Non vogliono la libertà e la fantasia, amano creare la sicurezza. Non vogliono sentire, vogliono capire. Non vogliono l’impalpabile, vogliono le prove. Devono quindi essere rispettate e utilizzate secondo il loro potere. La trappola è quando si lascia loro TUTTO il potere.
Questo articolo, come tutte le altre “interviste ai sè interiori” è comparso in prima uscita sul sito dell’Associazione Voice Dialogue Italia (www.voicedialogue.it)
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