Questa figura è veramente imponente nella dinamica psichica, sia per gli uomini che per le donne. Questo sé, molto più di altri, ha una portata non solo personale, ma anche transpersonale e collettiva: si è alimentato in millenni di patriarcato e ne riflette i valori, le convinzioni, gli aspetti di forza e di debolezza. La sua influenza è molto più nascosta nella donna, ma non per questo meno determinante.
Da Hal e Sidra Stone: “Il patriarca ama che le donne siano donne, e gli uomini, uomini. Egli ha dei criteri molto diversi per giudicare il comportamento degli uni e delle altre. Ha opinioni rigorose su quello che deve essere un uomo o una donna e una serie di regole che hanno lo scopo di mantenere la differenza tra i due sessi. E’ certamente uno dei più grandi creatori di leggi che abbiamo mai incontrato, e opera nell’ombra, senza farsi notare, in tutte le relazioni che abbiamo osservato. Per questa ragione Sidra lo ha chiamato “Il re dell’ombra” nel suo libro[1][1]”.
La sua modalità di intervento è più esplicita (e accettata) nell’uomo, più sottile e pervasiva nella donna. La situazione è più difficile da accettare per le donne. Specialmente le persone coinvolte nel femminismo sono molto restie ad accettare questa possibilità: dopo tutto, per tanto tempo hanno lottato contro un ben visibile patriarcato esterno! Tuttavia, attraverso il processo di consapevolezza, diventa loro chiaro che una vera trasformazione e liberazione della donna passa attraverso la presa di coscienza di questa energia a livello interiore. Per la donna l’incontro con il patriarca interiore può avvenire solo dopo la separazione dai sé primari che finora l’hanno contestato all’esterno: ad es. la Matriarca Interiore (di cui parleremo prossimamente), i sé indipendenti ecc.
In questa puntata accentreremo più l’attenzione sul Patriarca interiore nelle donne; nella prossima puntata lo vedremo in relazione all’uomo.
Lo stralcio della seduta che segue fa riferimento a una serie più lunga di colloqui con Veronica, affermata professionista di circa 50 anni, colta e intraprendente nella vita professionale ma stranamente incapace di gestire la relazione con l’uomo, cui si sottomette facilmente, salvo poi riappropriarsi della propria libertà che l’uomo cerca in vari modi di soffocare. Abbiamo avuto il permesso dei suoi sé primari di parlare con il Patriarca, che tuttavia, all’inizio, è restio a mostrarsi.
Facilitatore: – Mi sembra che tu non abbia un grande desiderio di mostrarti…
Patriarca int. di Veronica: (dopo una lunga pausa di riflessione) – E’ così. Preferivo restarle sconosciuto…
F.ore: – Tuttavia ora sei qui…
P.I.V: – Sì. Ormai mi stava percependo, tu mi stavi sentendo. Non mi piace sfuggire.
F.ore: – Lei ha sempre molto lottato contro gli uomini, nella sua vita…
P.I..V.: – Lei è una barricadera
F.ore: – Sembra che la cosa non ti dispiaccia…
P.I.V: – (ride) E’ un misto… mi piace che abbia le palle. Però è una donna, deve sapersi fermare in tempo.
F.ore: – Immagino che tu sappia come farla fermare in tempo…
P.I.V: – La faccio sentire a disagio. Sbagliata. Meglio: ridicola.
F.ore: – Quali sono i campi dove ti attivi di più?
P.I.V: – Beh. Innanzitutto nel suo successo personale. Non mi dispiace che abbia successo, l’ho spinta a prendere la laurea e poi anche la seconda…
F.ore: – Ah. Non sapevo che avesse due lauree.
P.I.V: – E’ che poi se ne vergogna. Ha passato troppo tempo sui libri. Le donne dovrebbero sposarsi e fare dei figli.
F.ore: – Immagino quindi che tu le dica anche questo…
P.I.V: – Certo. Tutto il successo del mondo non serve a niente se non si è messa su una famiglia.
F.ore: – Ma mi hai detto che tu la volevi colta e di successo…
P.I.V: (imperturbabile) – Certo. Ma anche moglie e madre. Invece guarda qui. Un vero disastro. Ha avuto un marito, ma non han fatto che litigare, lei si è fatta schiacciare, con tutte le sue lauree!
F.ore: – Senti, ma quando si è sposata, tu sei intervenuto nel suo modo di comportarsi?
P.I.V: – Ovvio. Io so come deve essere una donna, come deve fare, per tenersi un uomo. Deve essere obbediente, non alzare troppo la testa, essere amorevole e premurosa. Occuparsi di tutti i dettagli domestici. Rendergli la vita felice.
F.ore: – Sembra un compito a tempo pieno…
P.I.V: – Lo è. D’altra parte è questo il ruolo della donna. Purtroppo non ha avuto figli, e ormai è tardi. La faccio sentire vecchia e inutile, a questo proposito.
F.ore: – A me sembra ancora una donna attraente…
P.I.V: – (a disagio) Infatti. Ci sono uomini che le vanno dietro. Non riesco a capire. A questa età è ridicolo. Si sta comportando come una ragazzina. Si lascia corteggiare. Potrei accettare un secondo matrimonio, ma non voglio che si renda ridicola.
F.ore: – In che modi potrebbe rendersi ridicola?
P.I.V.: – Vestendosi troppo colorata, con le gonne… Ti rendi conto? In questi mesi ha perfino cominciato a truccarsi, a vestirsi in modo troppo appariscente… rischia di essere volgare! Non voglio che passi per una puttana.
F.ore: – Non mi sembra che il suo abbigliamento sia così provocante… Tu come la vorresti?
P.I.V: – Come quando era sposata. Toni di grigio, di beige, i gemellini di lana, la gonna sotto il ginocchio e il filo di perle. Come si conviene a una signora per bene. Adesso si è perfino comperata una giacca fiorata. Però io non gliela faccio mettere. La faccio sentire ridicola.
F.ore: – Mi sembra che davvero questo tema ti preoccupi. Tuttavia mi sembra che darle della puttana sia veramente eccessivo…
P.I.V.: – Tu non hai idea. Ma non lo sai come sono le donne? Anche la più tranquilla può scatenarsi, diventare una assatanata. Il sesso femminile è… esagerato. Insomma nel matrimonio sono riuscito a tenerla riservata e tranquilla, quel tanto di sesso che poteva appagare il marito, ma senza che lei sentisse troppo. Ora… che dirti? Per me sarebbe arrivata l’ora della pace! Invece no. Si compra dei vestitucci provocanti e fantastica di farsi corteggiare… Ridicola, vecchia e ridicola. Finora le immagini che le mando l’hanno poi fermata dall’agire. Ma mi sento in ansia.
F.ore: – Senti… e se fosse un uomo?
P.I.V:: – Beh, allora sarebbe diverso. Un uomo ha diritto di divertirsi. Un uomo non è ridicolo se conquista. Non ha bisogno di sposarsi.
Ci sono alcuni temi che preoccupano molto il Patriarca interiore della donna, e sono:
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il potere
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la sessualità
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le emozioni
Riguardo al potere può esserci un atteggiamento ambiguo, come abbiamo visto nel Patriarca di Veronica: da un lato la vuole di successo, dall’altra la scredita perché non ha avuto figli e il suo matrimonio non ha funzionato. In ogni caso, il Patriarca in genere non vuole che la donna abbia più successo dell’uomo, in particolare del marito. A volte le donne con un forte Patriarca sono professioniste affermate, magari con una laurea o diversi titoli di studio, ma non godono fino in fondo di quanto hanno creato: è come se ogni volta portassero, inconsciamente, il loro successo sull’altare di questo “Re dell’Ombra” che puntualmente commenta: “Bene, ma in fondo sei solo una donna”.
Sulla sessualità, in genere, tutti i Patriarchi sono d’accordo: la sessualità femminile è selvaggia, inquietante, colorata di emozioni, pericolosa. Le donne tendenzialmente sono tutte “facili” e quindi vanno tenute sotto tutela. Possono essere più sessuali e attraenti nella fase del corteggiamento ma, non appena sono sposate, il Patriarca le vuole più caste, meno appariscenti, in modo da non ingelosire il marito. Spesso i due Patriarchi (quello dell’uomo e quello della donna) sono alleati in questo compito di riduzione della sessualità femminile ad un ruolo di “servizio”, ma molto spesso l’uomo assiste stupito alla trasformazione della sua compagna da donna attraente e vivace a moglie dimessa e poco appariscente!
Le emozioni femminili sono anch’esse un mondo misterioso e spaventoso insieme: sono onde che possono travolgere, qualcosa che va gestito o ignorato. Le donne sono tutte “uterine”, quindi la loro opinione ha meno valore di quella più razionale di un uomo. In ogni caso sta alla donna “gestire” e contenere gli aspetti emotivi della famiglia e, se un uomo non è felice, di certo è colpa della moglie che non lo sta accudendo bene sui vari livelli (fisico, emotivo…).
Nella relazione di coppia, un forte Patriarca mantiene la donna “figlia” dell’uomo: può essere una figlia devota o sottomessa, a volte anche impaurita; oppure una figlia ribelle. La seconda opzione può sembrare più forte della prima, ma in realtà il vero potere lo mantiene “lui”, che resta nell’ombra ad esercitarlo. La ribellione è sempre uno stato di reazione. A volte le due polarità (ribellione e sottomissione) si alternano. Per la salute della coppia è fondamentale che la donna riconosca questa energia dentro di lei, impari a gestirla e a integrarla. Altrimenti, il Patriarca detterà le regole, secondo il suo schema del “buon tempo antico” che però sembra non funzionare più nelle richieste emozionali che i partner di oggi vogliono veder soddisfatte nel matrimonio o nella convivenza.
Vediamo uno stralcio da una seduta con il Patriarca di Isabella. Isabella si è separata da diversi anni, ha due figli ormai grandi ma continua a vivere con enormi sensi di colpa la sua separazione, anche se razionalmente riconosce che per tutti e due è stata la cosa migliore. Chiedo di parlare con la parte che la fa sentire in colpa.
Patriarca Interiore di Isabella: – Puoi immaginare che sono io. Non posso perdonarle di avere sfasciato la famiglia. Se fosse stata come sua mamma non sarebbe successo.
Facilitatore: – Come era, la sua mamma?
P.I.I.: – Lei sapeva come comportarsi con un uomo. Lui tornava a casa, e lei era lì. Era disponibile, attenta, premurosa e interessata. Lui rientrava dal lavoro, a volte aveva bisogno di starsene un po’ solo, fumando una sigaretta in terrazza e lei gli portava qualcosa di caldo. Poi lui aveva bisogno di sfogarsi, di raccontare quello che era successo in ufficio, e lei sapeva ascoltare e capire. Era veramente empatica. Isabella non è mai stata così attenta! Non sa veramente come accudire e nutrire un uomo. Sua madre è rimasta con lo stesso uomo tutta la vita. Non ha inferto ferite ai figli!
F.ore: – Pensi che i figli di Isabella abbiano sofferto molto?
P.I.I:: – Sono quelle cose che scorrono dentro; i figli sono sani e bravi, ma di certo se lei avesse tenuto insieme la famiglia tutto sarebbe meglio.
F.ore: – Quindi pensi che sia solo sua la responsabilità?
P.I.I.: – Certo. Sta alla donna fare questo.
E’ intuibile come questo sottile e costante giudizio schiacci la donna. Anche dopo anni, difficilmente il Patriarca le perdonerà una separazione, caricando su di lei l’intera responsabilità della riuscita o meno del matrimonio. Non che questo significhi che non vuole responsabilità per l’uomo! Ma si tratta di cose diverse, come vedremo meglio nella prossima puntata.
Una parola sul Patriarca Trasformato. Nonostante questi aspetti distorti, nella sua qualità più pura il Patriarca nella donna è un sé fondamentale per la protezione. Questo aspetto maschile e forte della psiche può diventare per la donna un “cavaliere” che le da forza e autorevolezza nel mondo, quando attraverso un processo di ego consapevole la persona impara a gestire questo sé, chiedendogli di farsi da parte quando la sua azione non è necessaria. In questo caso smetterà di denigrare il femminile e, pur restando più ammirato dalle qualità dell’uomo e del maschile, potrà cominciare a rispettare la donna e il femminile.
In quest’ottica, la trasformazione del Patriarca interiore è un’operazione importantissima, dai potenti risvolti sociali e collettivi.
Questo articolo è comparso in prima uscita sul sito dell’Associazione Voice Dialogue Italia (www.voicedilaogue.it)
[1] Sidra Stone, The Shadow King. Disponibile anche in francese con il titolo “Le Patriarche Intérieur”, Ed. Le Souffle d’Or).
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