La Matriarca, 2° – (F. Errani)

da | Set 22, 2014 | Blog | 0 commenti

La presenza del Patriarca interiore, quando inconscia, ha molti effetti sulla donna: la può far sentire a disagio in quanto donna – in tal caso tenderà ad esempio a “nascondere” i suoi attributi femminili, ad usare un abbigliamento molto sobrio e castigato, a sentirsi inadeguata se per caso indossa una camicetta un po’ troppo trasparente o i tacchi alti ….

(interiormente, questo sé le dirà che rischia di sembrare una puttana; oppure che è goffa, imbranata ecc.); può succedere invece che  la donna tenda a trasformarsi in un “maschiaccio”, sentendosi in qualche modo superiore alle altre donne: spesso si troverà più a suo agio con gli uomini, come fosse tra compagni, e giudicherà gli ambienti femminili come troppo pettegoli o manipolativi o frivoli. Può anche succedere che la donna, per reazione inconscia ai commenti negativi del Patriarca, tenda ad essere iperfemminile: si tratterà, però, di una femminilità in qualche modo reattiva, arrabbiata, in lotta costante verso questo “padre interiore” che la vuole casta, semplice, dimessa.

Questi sono solo alcuni esempi di come l’ingombrante presenza del Patriarca Interiore può agire sulla donna che non è consapevole della sua presenza.

Un sé che da sempre ha contribuito a creare una sorta di “riequilibrio” psichico è la Matriarca Interiore. All’opposto del Patriarca, la Matriarca è orgogliosa che la donna sia donna e pensa che le donne siano superiori agli uomini. Essa valuta positivamente le qualità del femminile, ha rispetto della donna e di tutti gli aspetti tradizionalmente associati al suo genere. Sentendo un senso di superiorità, non è intimidita dagli uomini né dai ruoli tradizionalmente considerati maschili.

In genere la Matriarca è un sé primario nelle donne, quindi conscio, che si pone tra la donna e l’uomo, a volte con la veemenza di una guerriera, per proteggerla dai giudizi deprimenti sulla sua femminilità.

Come ogni energia, anche la Matriarca ha aspetti positivi e aspetti distorti.  La Matriarca ha un profondo giudizio negativo verso le caratteristiche tipiche del maschile e quindi degli uomini; abbiamo visto nella puntata precedente che la Matriarca è inconscia nell’uomo e da questa posizione sconosciuta ma non per questo meno potente può fare molto danno. Come può fare molto danno quando è distorta in eccesso nella donna, rendendola crudele e sprezzante verso l’uomo.

Il brano che segue è tratto da una serie di sessioni sul tema del rapporto con l’uomo. Alessia è una donna di poco più di trent’anni, titolare di un’agenzia immobiliare, che non riesce a mantenere una relazione fissa per più di un anno, un anno e mezzo. Ogni volta si innamora con grande passione, poi comincia a giudicare in modo spietato l’amante di turno, fino a trovarlo insopportabile e a cominciare a guardarsi intorno per una nuova relazione finalmente appagante. Naturalmente in questo tipo di dinamica vi sono diversi aspetti in azione, ma qui vogliamo focalizzarci sul ruolo della Matriarca interiore di Alessia.

Matriarca Interiore Alessia: – Io intanto non mi fido degli uomini. Vogliono una sola cosa. E dopo che l’hanno ottenuta cominciano a cambiare. E’ quasi automatico. Glielo dico, ad Alessia, ma lei ci casca ogni volta. Si illude. Come non avesse ormai visto, che cosa sono, gli uomini!

F.ore: – Sembra veramente che tu non abbia una grande opinione del genere maschile. Chi altri, nella famiglia di Alessia, la pensava come te?

M.I.A.: – Beh, sua madre, naturalmente. La metteva sempre in guardia, e aveva ragione. Comunque sua madre era una donna forte, potente. Anche a me piace quando lei è forte, quando si sente orgogliosa di essere donna e capace di tenere insieme la famiglia. Sua madre l’ha fatto, con un padre che era una nullità…

F.ore: – In che modi, era una nullità, il padre?

M.I.A.: – Intanto non c’era mai. Questa già è un’altra caratteristica maschile. Quella di sparire. Soprattutto quando serve che ci siano. Una vera e propria arte. Certo, era un uomo affidabile, manteneva la famiglia e faceva la sua parte, in questo senso. Ma emotivamente, dov’era? Chiuso, impenetrabile, incapace di esprimere il suo affetto, se mai c’era. Insomma io credo che nella vita non se la sarebbe cavata, da solo, senza una donna forte che si prendeva cura di lui.

F.ore: -_ Invece una donna può cavarsela, da sola?

M.I.A.: – Certamente. Le donne sono sempre sopravvissute a tutto. Alle guerre, alle carestie, alle invasioni… erano le donne, lì, a fare da puntello e da sostegno alla famiglia. Sempre forti, anche quando dentro si sentivano morire. Una donna ha i suoi amici, la famiglia, il lavoro… può benissimo vivere senza un uomo!

Dopo questo incontro, di cui le frasi riportate sono solo uno stralcio, Alessia fa questo sogno: “Mia madre mi invita nella sua camera da letto. Ha un modo di fare un po’ strano, complice, mi indica di andare da lei ma in silenzio. Io entro e mi siedo accanto a lei sul letto. Lei mi porge una scatola di metallo, con il coperchio, e mi invita ad aprirla. Io sono turbata, come se sentissi che vengo messa a parte di un segreto che non sono certa di voler condividere, ma poi mi decido e la apro. Dentro ci sono i genitali di mio padre. Mi sveglio urlando”.

Questo sogno mostra il primo distacco della coscienza dall’aspetto negativo della Matriarca Interiore; l’io onirico è separato dalla madre e può reagire con veemenza alla castrazione del padre. Questo è spesso l’aspetto distorto della Matriarca: la valutazione della donna, della sua forza e delle sue caratteristiche, viene fatta a spese del maschile, svalutando e sminuendo gli uomini della sua vita. Il sogno mette in evidenza il potere crudele di questo sé, quando è distorto. Un’occhiata della Matriarca può far sentire il più forte degli uomini un ragazzino idiota – in questo ha un vero talento, perché le basta una lieve alzata di sopracciglio!

Continuando a conoscere la sua Matriarca, Alessia comincia  a sviluppare un ego consapevole in relazione a questa polarità, Matriarca e Patriarca, e il processo dei sogni continua a rafforzare il cambiamento, con una sequenza in cui, alla fine, questi genitali possono essere restituiti al padre e all’uomo, in un modo molto toccante.

Vediamo ora un esempio di una Matriarca meno distruttiva.

Lea è sposata, ha due bambini e lavora in casa come traduttrice per un’agenzia. E’ contenta di lavorare in casa perché può seguire i figli; al tempo stesso almeno un paio di volte alla settimana deve andare comunque in agenzia e questo le piace perché rappresenta uno stacco dalla routine domestica.

Matriarca Interiore Lea: – Sono orgogliosa di lei, sono orgogliosa delle donne della sua famiglia: sua madre, sua nonna, anzi le sue nonne. Lei ha avuto la fortuna di conoscere anche la sua bisnonna, che è morta a 97 anni e viveva con loro. Erano donne straordinarie. Nessuna di loro ha mai lavorato fuori, ma erano donne straordinarie, ricche di talenti, vitali, allegre e forti insieme. Hanno tenuto insieme la famiglia. Se la sua bisnonna fosse nata ora, sarebbe di certo anche una donna realizzata fuori di casa.

F.ore: – E come vedi, la realizzazione di Lea? Mi piace come si è organizzata, mi piace che lavori ma anche che possa seguire i bambini che sono ancora piccoli. Io valuto molto il suo ruolo di madre e di donna, ma non voglio che trascuri la sua carriera. Voglio che sia una donna a tutto tondo. Suo marito la apprezza e vede il suo impegno; anche lui si impegna e tra loro c’è dialogo. Non voglio che la relazione si faccia mangiare dai bambini e dal lavoro.

M.I.L.: – E del marito che ne pensi? Mi piace, è un uomo ma è in contatto con le sue emozioni, questa per me è una cosa fondamentale. Che è capace di dire quello che sente, non tiene dentro il rancore o altri sentimenti negativi. Negli anni, hanno imparato a “pulire i filtri”, come dicono loro.

F.ore: – Mi sembra che lo consideri un uomo un po’ speciale… per il fatto che è in contatto con il suo sentire.

M.I.L.: – Certo. Non è una caratteristica comune negli uomini. Per le donne è naturale… Insomma le donne sono connesse al loro mondo interiore in modo innato… ai ritmi e ai cicli della vita… sono più intuitive e… sì, lo devo ammettere, per me le donne sono straordinarie! Mi piace che Lea si trovi con le sue  amiche, che partecipi a gruppi di donne.. .lo faceva di più prima che arrivassero i bambini, ma io le ricordo che è uno spazio che deve mantenere, per la sua crescita personale. Per ora, si limita a leggere dei libri sulla donna e il femminile. Mi piacciono molto, è un modo per conoscersi sempre più profondamente.

Lo scopo delle “interviste ai sé” con la tecnica del Voice Dialogue non è, come sapete, quello di “cambiare” il sé, ma di rendere la persona sempre più consapevole degli effetti di questa energia nella sua vita. Questo modo di procedere amplia lo spazio che abbiamo definito “ego consapevole”, il luogo che può gestire gli opposti. In particolare, in queste ultime quattro puntate abbiamo dedicato molta attenzione al Patriarca e alla Matriarca interiori, perché sono veramente due “pesi massimi” nella psiche e nella società. L’obiettivo è di imparare a creare un equilibrio tra queste polarità, muovendoci verso un nuovo modo di essere che onori il nostro pieno potenziale di esseri umani, e che permetta all’uomo e alla donna di creare una relazione che onori entrambi con pari dignità e bellezza.

Concludo con questo sogno di Sidra Stone (citato nel suo libro The Shadow King):

Sto portando un grande pacco che contiene importanti “tesori” delle donne, e devo consegnarlo a un gruppo di uomini e donne che stanno lavorando come partner in un nuovo tipo di partnership. Ma arrivarci è pericoloso, c’è un precipizio e il cammino non è segnato. Mentre avanzo, spesso i miei piedi scivolano, frammenti di roccia si distaccano… devo concentrare tutta la mia consapevolezza nel momento, porre attenzione ad ogni passo, restando connessa al mio corpo e alla terra. Altrimenti, non potrò portare a termine il mio compito. Mi rendo conto che lungo quel percorso, finora, sono passati solo uomini e lo hanno conquistato con la volontà, spingendo via gli ostacoli, con la forza. Sono riusciti a raggiungere l’obiettivo, ma non portavano nulla di femminile con loro. Io devo raggiungere l’obiettivo in un modo nuovo, e mentre lotto verso questo traguardo, non devo lasciar cadere nessuno dei doni della donna”.

 

Questo articolo è stato pubblicato, in prima uscita, sul sito dell’Associazione Voice Dialogue Italia (www.voicedialogue.it)

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