Marianna è una donna piena di energia e passione: lavora come dirigente in una importante struttura che si occupa di eventi, ama il suo lavoro e trasmette molta “carica” anche al gruppo dei suoi collaboratori.

Per questo il sogno che ha fatto già alcune volte la mette a disagio, e vuole comprenderlo meglio. Con alcune varianti, il sogno è questo: “So che sono nella sala delle riunioni in azienda, anche se è diversa dalla realtà; di lì a poco c’è una riunione importante. I miei collaboratori (so che sono loro anche se sono diversi) arrivano alla spicciolata, … sono disinteressati, uno addirittura ha portato con sé degli oggettini artigianali da vendere! Sono esterrefatta, arrabbiata! Vado dall’uno all’altro per renderli consapevoli di quanto stiamo per fare, per risvegliare la loro attenzione, il loro interesse… invece! Mi sembra di avere attorno degli stolidi stupidi indifferenti! Provo una grande rabbia, mentre mi rendo conto che non riesco a coinvolgerli! Mi sveglio con un grande dolore al petto, proprio nel cuore”.

La bellezza del Dialogo è che aiuta a “intervistare”, letteralmente e direttamente, le varie parti del sogno. Si parte sempre dall’io onirico, perché rappresenta gli aspetti dominanti di Marianna; mentre i personaggi che vengono giudicati sono, molto probabilmente, aspetti soffocati o rinnegati.

Il primo personaggio che parla è l’io arrabbiato, indignato quasi: si presenta come l’Impegno, la parte affidabile, responsabile, che quanto prende un impegno diventa, appunto, un Granito. Non che non si possa declinare, un impegno: ma la cosa va fatta con chiarezza, con trasparenza, insomma prendendo responsabilità! E’ con Marianna da un sacco di tempo: già quando era bambina, la aiutava in una famiglia abbastanza caotica, dove il concetto di impegno era, come dire, poco probabile, e questo la feriva tantissimo. Granito prova indignazione verso quegli stolidi collaboratori del sogno, incapaci persino di dire, con chiarezza, che non vogliono o non possono partecipare. Cosa che, peraltro, andrebbe comunicata prima! L’emozione più forte è una sensazione di giusto sdegno, di incredulità.

Chiedo a Granito se lui c’entra, con quel dolore al centro del petto che Marianna provava… ma lui (come immaginavo) scuote la testa con sicurezza: “No, io provavo rabbia e sdegno”.

Torniamo al centro, e Marianna guarda alla sua destra, nella posizione dove si era messo Granito, e sorride: “Lo conosco, questo tipo qua! Sento la sua forza, e apprezzo che sa gestire gli impegni; so anche che non è un fanatico, se non ce la faccio mi aiuta a liberarmi, ma sempre in modo chiaro e responsabile. E’ anche grazie a lui che sono rispettata, sul lavoro ma anche in famiglia, con gli amici…”. Le chiedo di tornare alla sensazione di dolore al petto, di pena che mi ha descritto prima…

Si sposta a sinistra, si rannicchia… Lei si sente delicata, come un Piumino rosa, ed è quella parte che prova affetto, che si lega alle persone… ai collaboratori, in questo caso! Nel sogno, lei era quella che andava in giro da ciascuno di loro, cercando di convincerli… lei, infatti, prende le cose a livello personale: se una persona rifiuta la riunione, rifiuta anche lei! E’ lei che si connette alle persone dal cuore, è lei che riconosce le sensibilità, le fragilità degli altri e sta attenta a non ferire. E’ lei che ha le piccole premure, anche in azienda, che fanno sì che l’atmosfera sia spesso serena anche in momenti di grande lavoro e possibile tensione. Parlando, si rende conto che il suo correre, nel sogno, da ciascuno, il suo voler convincere può diventare… “troppo”. Ma lei vive nel mondo del sentimento e degli affetti! E Marianna lavora tante ore al giorno… come si fa a non affezionarsi a chi condivide tanto tempo con lei?

Torniamo al centro… ora Marianna sente, alla sua destra, la forza e il sostegno di Granito, e alla sua sinistra la tenerezza affettuosa di Piumino. “Anche lei, la conosco! E’ sensibile, affettuosa… percepisce le emozioni degli altri, e ha bisogno di un contatto affettivo profondo…”

E quei collaboratori, indifferenti e “stolidi” (per Granito)? Che energia portano? Possiamo “intervistarli”?

Marianna si sposta più a sinistra, oltre Piumino. Ora ha un atteggiamento distaccato, un poco insofferente. Lì c’è qualcuno che sbuffa: “Marianna a volte non si accorge di essere troppo personale! Troppo coinvolta, affettuosa… arriva a sera stanchissima! Io sono più freddo, più distaccato; anzi, chiamatemi pure Distacco! Sono lucido, razionale, so fare le cose senza farmi fregare troppo dalle emozioni. Se Marianna mi usasse di più, le riunioni durerebbero meno e sarebbero più produttive; alcuni “suoi” collaboratori, che la sfruttano, sarebbero allontanati o rimessi chiaramente davanti alle loro responsabilità. Quel Piumino là (Distacco guarda alla sua destra con un certo imbarazzo) dovrebbe starsene a casa! Insomma, è troooppo presente! E’ anche perché Marianna lavora tropo, si lascia invischiare… se andasse a casa prima, quel Piumino là (altro sguardo di traverso) avrebbe modo di dare affetto agli amici, ai suoi cari”.

Torniamo al centro. Marianna riconosce il valore anche di Distacco. E’ vero, ultimamente si è lasciata prendere troppo… Piumino è piccola, tenerella, non può essere lei a gestire le relazioni in azienda! Granito da solo sarebbe troppo duro… Piumino da sola esagera… Distacco da solo non creerebbe alcuna relazione… Come squadra invece, sotto l’attenta e amorevole gestione di Marianna, possono essere un trio formidabile!

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