L’umorismo nel counseling: un “affare” serio!
E’ con piacere che propongo ai lettori italiani questo articolo del collega e amico Robert Stamboliev, sul tema dell’umorismo. Accade spesso che Robert ed io ci troviamo ad esplorare temi simili, pur non essendoci confrontati su di essi (lui in Olanda – e in giro per il mondo! Io qui impegnata sul fronte bellissimo della Scuola di Counseling e Coaching…). Anche per l’umorismo, stiamo “viaggiando in parallelo”: Sono due anni, infatti, che InnerTeam ha attivato una collaborazione con Domenico Lannutti, comico e formatore, per esplorare insieme le “risorse della comicità” nel counseling-coaching. Questo articolo entra in modo approfondito nel tema della “intervista” ai sé che utilizzano la comicità, e in particolare mette a fuoco la differenza tra un umorismo canalizzato dall’io cosciente, e un umorismo “al servizio” di alcuni sé…
Vi auguro Buona Lettura! Franca Errani
Il ruolo dello Humour per il Burlone e gli altri Sé
Una barzelletta di un cliente per scaricare la tensione, una battuta sarcastica di un cliente nel tentativo di sentirsi superiore, una barzelletta cinica piena di umorismo noir che tradisce la prospettiva di una persona senza speranza… l’umorismo indossa tante facce nel counseling e nella terapia.
L’umorismo va oltre la risata ed ha varie funzioni. In quest’articolo, esplorerò le diverse funzioni dell’umorismo[1]. Inoltre, collegherò alcune sub-personalità a queste funzioni dalla prospettiva del Voice Dialogue. A metà dell’articolo mi focalizzerò su una personalità speciale: il Burlone. E in conclusione, fornirò degli strumenti d’aiuto per i counselor e terapisti.
Le funzioni dell’umorismo
L’umorismo è un “affare serio”. Molte facoltà lo stanno studiando: dalle ricerche scientifiche che studiano il cervello e le lingue alle facoltà di semantica e linguistica, dalla sociologia alla psico(pato)logia. L’umorismo unisce due o più parti o circostanze incoerenti, inappropriati, e incongruenti: questo crea un cambio di prospettiva. Il risultato è una terza posizione. Questa terza posizione spesso ha una funzione. Non è una sorpresa che troviamo l’umorismo nel counseling, nel coaching e nella terapia.
Morreall e Bergson (vedi bibliografia) fanno la distinzione tra le tre importanti funzioni dell’umorismo nel counseling e nella terapia:
- Creare incongruenza in un modo giocoso, avvincente, creativo e inaspettato;
- Influenzare la potente relazione tra chi parla e l’ascoltatore. Di solito avviene in un modo aggressivo e ostile così da innalzare la superiorità.
- Liberare la tensione con una risata.
L’umorismo sano è sincero: questo tipo d’umorismo è leggero, creativo, originale e può essere applicato come un vero talento. C’é però anche un senso d’umorismo con un “retrogusto”. Per esempio, quando un cliente evita qualsiasi invito a guardarsi dentro. Oppure quando un cliente/ coachee – di solito usando un humour nero e affilato come un coltello – inizia una sua battaglia con il counselor. O ancora, quando una persona usa tutto il suo humour per non creare fratture in una situazione armonica.
Il senso d’umorismo verbale e non-verbale
Non c’è nulla di più doloroso che vedere il tuo umorismo ignorato, o quando nessuno ride alle tue battute. La tabella 1, anche se approssimativa, aiuta a dividere l’umorismo verbale e non verbale, e può essere utile nell’identificare “l’umorismo” in un contesto di counseling/coaching.
Tabella 1. L’umorismo Verbale e non verbale
L’umorismo Verbale | L’umorismo non-Verbale | L’umorismo Verbale e non-Verbale |
Metafore
Esagerazioni Noema[2] Understatement Zeugma[3] Ossimoro[4] Umorismo secco Gioco di parole Battute Non sequitur Sarcasmo Accenti divertenti |
Espressioni facciali
Pagliacciata Movimenti o gesti esagerati e inaspettati. Scherzi Sorrisi o contrazioni |
Parodie o imitazioni
Caricature Stereotipi Gag Umorismo volgare Auto – disapprovazione Satira Umorismo nero Stupidità finta Assurdità Anti-umorismo: Barzellette senza senso Umorismo non intenzionale |
Le espressioni facciali meritano più approfondimento. Quest’umorismo è molto sottile all’occhio: per esempio un dito accanto al naso può predire una battuta, il broncio tradisce un dialogo interno … Se il cliente ride su qualcosa che ha detto o pensato o su un commento del counselor, ci sono grandi probabilità che la risata voglia dire qualcosa d’importante. In questo caso il counselor può chiedere direttamente: “Che cosa vuol dire la tua risata?”.
Umorismo e i diversi sé interiori
Nel counseling-coaching è importante che il counselor- coach capisca l’origine psichica dell’ umorismo in un cliente, ma anche in sé stesso. Io guardo l’umorismo attraverso le lenti della Psicologia dei Sé. Meglio ancora: noilo guardiamo attraverso questi lenti. La Psicologia dei Sé teorizza che una persona consista di vari parti – chiamati i sé oppure le varie personalità. Queste personalità sono molto legate al loro proprio “dominio” e alla loro propria ricompensa (Stamboliev, 1991; Stone & Stone, 2006). L’umorismo può aiutare, in tal senso. Appena l’umorismo appare oppure è utilizzato per un motivo specifico, sono le varie sub-personalità che lo dirigono. Ogni sub-personalità, a suo modo, tenta di evitare emozioni negative (dolore, paura, tristezza, vergogna, colpevolezza) e/o di ottenere un specifico obiettivo. In questo modo, il Burlone crea confusione, il Controllore mantiene il controllo, l’Accomodante – Gentile si assicura che tutti siano felici e il Guerriero si focalizza sul vincere (tabella 2).
Tabella 2. La ricompensa dell’umorismo per i Sé
Le utilità dell’umorismo | Varie – personalità | La ricompensa |
Creare incongruenza | Il Burlone | Obiettivo: distrarre/confondere (Come posso assicurarmi che gli altri non mi si avvicinino?) |
Dimostrare superiorità | Il Controllore
Il Guerriero Il Critico Interiore/ Giudice |
Obiettivo del Controllore: mantenere il controllo e la direzione. (Posso mantenere il controllo della situazione?)
L’obiettivo del Guerriero: provocare una lotta di potere. (Chi comanda qui?) L’obiettivo del Critico Interiore/Giudice: Non fare un errore ( Chi o cosa posso criticare? ) |
Rilascio (emozionale) | L’Accomodante – Gentile | L’obiettivo: ridurre la tensione (come posso eliminare immediatamente la tensione che sento?) |
Utilizzare l’umorismo per creare incongruenza è lo scopo del Burlone. Il Burlone- conosciuto anche come il pagliaccio o il buffone – utilizza l’umorismo per distrarre o creare confusione. Come quel cliente che inizia una seduta dicendo: “Oggi non me la sento- e tu?”… Il Burlone tenta di evitare il confronto. Ci concentreremo su questa personalità in dettaglio più tardi.
Prendiamo il tema della superiorità: l’umorismo non è tanto distante dal Controllore, il Guerriero oppure il Critico Interiore. L’obiettivo del Controllore è tenere tutto sotto controllo. Sempre. In terapia o nel counseling, evita qualsiasi forma di paura o vulnerabilità. Il Controllore non vuole svelare nulla. Usa l’umorismo per determinare esattamente cosa vuole svelare nel suo ambiente, fa battute per deviare l’attenzione del suo counselor. Per esempio: “Sono bravo a leggere i pensieri degli altri”. In questi casi, io dico sempre: “Provami!”. Può essere simpatico e far finta di voler migliorare la prossima volta…. Ma tu percepisci chiaramente che ha le dita incrociate dietro la schiena e pensa tra sé: “Non ci penso nemmeno!”.
Il Guerriero vuole vincere. Di solita attacca gli altri. Per esempio, può ridere in modo sprezzante a qualsiasi suggerimento del counselor-coach. Il Guerriero esiste solamente se vince. Attraverso questa personalità – e la successiva – incontriamo l’umorismo distruttivo e sarcastico.
Il Critico Interno/Giudice è la terza personalità che usa la superiorità come argomento principale. Sono i critici che giudicano costantemente come ci comportiamo. C’è una grande differenza tra il Critico Interiore e il Giudice. Il Critico Interiore guarda dentro di te ed è pronto a criticarti ogni volta che commetti un errore. Il Giudice è dello stesso calibro, con la differenza che il suo mondo è diretto verso l’esterno. Il Critico Interiore/Giudice sottolinea gli errori (spesso in modo cinico o sarcastico) per prendere in giro se stesso o le altre persone. Respingendo se stesso, il Critico Interiore evita il dolore di essere rifiutato dagli altri. Il Giudice giudica gli altri in un modo verbale o non verbale (risata sprezzante, sopracciglio sollevato). Il Giudice colpevolizza agli altri e trova costantemente dei difetti nel mondo esterno. Più colpevolizza il mondo esterno più diventa un moralista. Quando questa personalità è dominante, si può parlare di “autostima dipendente”.
Per l’Accomodante – Gentile, usare l’umorismo è una forma di liberazione. L’Accomodante usa un umorismo leggero e divertente per allevare la tensione. Usa l’umorismo per evitare qualsiasi tipo di confronto. Durante una seduta, per esempio, usa le battute per evitare il silenzio, rendersi simpatico, divertire le persone.
A seconda della sub-personalità, ogni tipo di umorismo ha la suo carica e significato; per esempio l’umorismo nero, che viene usato anche dall’umorismo ebraico, può portare molto sollievo nella sofferenza. Assicura una sana dose di autoironia e la capacità di mettere le cose in prospettiva. Vari comici, ad esempio Eddy Murphy, usano questo tipo di umorismo per affrontare dei temi tabù. In questo modo, l’energia bloccata viene rilasciata. Dalla prospettiva del Voice Dialogue, possiamo dire che si tratta del rilascio delle energie rinnegate. Se quest’umorismo è incanalato da altre sub-personalità, allora non si ha catarsi e l’umorismo diventa distorto fino a essere pesante e cinico.
Il Burlone
Adesso che abbiamo esplorato l’umorismo, le sue funzioni e come possiamo connetterlo ad alcune sub-personalità, possiamo studiare la sub-personalità che usa l’umorismo nel modo più sottile: il Burlone. Che cosa caratterizza il Burlone? Cosa lo motiva? E come possiamo gestire il Burlone durante una seduta – soprattutto quando questa sub-personalità impedisce la crescita del cliente? Nel Voice Dialogue, aiutiamo il cliente a liberarsi dalla prigione delle sue sub-personalità. Lo aiutiamo a scegliere liberamente le qualità, che ogni sé possiede, da una nuova posizione. Questa posizione si chiama l’Ego Consapevole. L’Ego Consapevole ha una visione chiara dello grande spettro delle sub-personalità e coscientemente sceglie quando utilizzarle.
Il Burlone si delizia a fare degli scherzi, raccontare barzellette, essere un monello. Nella mitologia Junghiana, il Burlone appare sotto la maschera del pagliaccio, l’Arlecchino e tante altre maschere, e il buffone. Incontriamo il Burlone nei racconti mitologici, (per esempio: God Loki nella Mitologia Nordica) nelle favole e nelle storie come Reynart la Volpe, Fratello Coniglio e Coyote. Anche se non ha una natura maligna, il Burlone crea talvolta dei risultati sgradevoli, dove svela agli altri la stupidità e le bugie sue e degli altri. Il Burlone è anche l’idiota inatteso che sconvolge le nostre vite meticolosamente pianificate. Il Burlone è anche il “Cambia-Forma”… si rivela qui la parte inafferrabile di quest’archetipo.
Domande e consigli utili per conoscere il tuo Burlone
- Per chi sono o sono stato un Burlone?
- Chi è / è stato un Burlone per me?
- Quella parte di me che “fruga” le debolezze e vulnerabilità degli altri lo fa in modo attento o in maniera offensiva?
- Che cose mi vuole svelare il Burlone che c’è in me?
Il Burlone può essere anche spontaneamente molto creativo. Il suo modo disinvolto di non prendere sul serio un’idea, può portarci verso qualcosa di nuovo, verso una nuova direzione. Il Burlone ha la capacità di ridere dell’assurdità della vita, può dare un taglio a certe norme sociali oppure svelare la nostra ipocrisia in maniera accettabile. Quest’archetipo ci può fare ridere o piangere; ci mostra le emozioni umane sotto le maschere che indossiamo quotidianamente. Amore, perdita, successo e fallimento sono emozioni profondamente umane e il Burlone può svelarci questi temi. Conoscendo bene cosa spinge l’essere umano e dove si trovano le sue vulnerabilità, il Burlone può anche manipolare e rivelarsi un tormentatore (Jung, 1972).
L’approccio del counselor – coach con un Burlone
Qual é l’approccio del counselor in pratica? Esploriamo insieme le fasi. Queste fasi non sono normative, sono basate su alcuni principi del Voice Dialogue. Nell’esempio del caso di Victor potete vedere il loro intreccio.
Riconoscimento
Il primo passo è riconoscere il Burlone e il suo umorismo come un meccanismo di difesa del cliente. Se il counselor-coach non riconosce e affronta questa sub-personalità, il counseling non andrà da nessuna parte. Quest’affermazione vale, ovviamente, per tutti i sé interiori, ma è il Burlone ad essere particolarmente sfuggente, e può mascherarsi bene. Quindi, per un po’ non c’é nulla di anomalo, oggettivamente parlando, nel comportamento del cliente. Il Burlone, infatti, è da lungo tempo un esperto dell’inganno (fare finta, simulare… insomma, la maschera dietro la maschera!). Se riesce a farla franca, allora sarà sempre questa sub-personalità a decidere il programma delle sedute….
Accettazione
Durante una seduta, il counselor-coach rispetta quello che il cliente tenta di evitare. Il suo compito è di onorare il Burlone e il ruolo che ha avuto nel passato. Appena nota che un cliente reagisce attraverso il Burlone, il counselor è consapevole d’aver raggiunto un tema importante e sensibile che deve trattare con cura. Prendiamo il caso di Victor: é cresciuto con un padre dominante e narcisistico. Il Burlone ha aiutato Victor a proteggere la sua vulnerabilità dall’influenza del padre. Victor in questo modo ha imparato a sopravvivere a casa. E grazie al Burlone, ha avuto molto successo nella sua carriera.
Dare un nome
Appena individuo il Burlone, mi confronto con il cliente riguardo a questa sub-personalità. Nel caso di Victor, quando racconta una barzelletta, gli dico: “ Ogni volta che tocco degli argomenti sensibili, tu ti inventi una battuta. Qualsiasi cosa tento di fare, sembra che tu voglia tenere il controllo e temporeggiare”.
Dare voce
Suggerisco a Victor di parlare con il Burlone. Lo invito a sedersi su un’altra sedia. Dal momento in cui il counselor-coach riconosce il Burlone, il Burlone si sente visto… e, ammesso che il Burlone si fidi di te, lui è molto interessato a smascherarsi: infatti può mostrare – e finalmente davanti a un pubblico più vasto! – tutti gli obiettivi che ha raggiunto per il cliente. Il Burlone ne è molto orgoglioso. Lui è il mago che finalmente può rivelare i suoi trucchi.
Estratto da un colloquio tra il counselor e il Burlone di Victor.
Counselor: Benvenuto. Mi spieghi il tuo comportamento?
Burlone (orgoglioso): Sono io che controllo tutto. Quando qualcuno nei paraggi di Victor tenta di farlo, io sto molto attento e mi assicuro che nessuno possa avvicinarsi a lui.
Counselor: Sei presente adesso?
Burlone: Io sono presente in ogni esercizio e tecnica che il counselor prova con Victor. Ho sempre gli occhi aperti. E sono molto astuto. Riesco a capire subito il contesto per riprendere in mano la situazione.
Counselor: Mi racconti di come si svolge la tua settimana? Il primo momento della giornata quando ti metti al posto di vedetta?.
Burlone: La prima cosa che faccio quando si sveglia Victor è capire se sua moglie si è alzata. Se lei è giù di sotto, mi preparo per la prima battuta mentre scendo per le scale.
Counselor: Quale aiuto quindi offri a Victor?
Burlone: Mi assicuro che l’ambiente sia psicologicamente abbastanza sicuro, testo l’atmosfera….
Counselor: Quindi l’atmosfera tra te e tua moglie spesso non è così buona, al mattino?
Burlone: A dire il vero, le cose sono sempre buone. Non do nulla per scontato però.
Il Colloquio- Intervista al sé
Nella prima fase dell’intervista, il counselor fa domande concrete. Lavora in modo fenomenologico, con un approccio descrittivo. Nel caso di Victor, il counselor chiede al Burlone che cosa fa Victor quando è a casa e al lavoro, ad esempio chiede: “Che cosa fai quanto Victor è al lavoro?”. Nella seconda fase dell’intervista il counselor esamina l’esperienza reale del Burlone. Riesce a fare il suo dovere con piena energia? Si stanca mai il Burlone? Una volta che inquadra la situazione, il counselor può associarlo con il passato, ad esempio può chiedere: “Quando sei apparso nella vita di Victor?”. In questo modo il Burlone viene in contatto con la sua vulnerabilità e può anche commuoversi… Il Burlone di Victor: “Victor è stato vittima di bullismo dal padre. Tanti attacchi d’ira. Victor non sapeva mai cosa aspettarsi. Sono apparso in questo momento. Sono stato sempre più bravo a evitare questi attacchi. Ho utilizzato questo ruolo anche per mia sorella e mia madre”. Alla fine di questo colloquio, chiedo al Burlone cosa ha fatto per Victor. Lui mi risponde: “Ho protetto Victor e la sua famiglia dal padre.”
Negoziazione
Se un cliente ha sviluppato un sé primario, una parte talmente forte che sopprime gli altri sé, dobbiamo capire chi altro vive nel mondo interno di Victor e quale voce non si é ancora sentita . A questo punto, il Burlone è stato valorizzato, invitato e intervistato e Victor ha la sua prima esperienza conscia di questa “energia”. Vi é stata una negoziazione con il Burlone e, dopo qualche tempo, lui permette di far parlare gli altri sé di Victor, a patto di poter intervenire, se lo vuole. Questo è l’inizio della separazione da questo ruolo. Adesso possiamo dire che vi è una collaborazione tra il counselor e il Burlone.
Gli altri Sé
Appena invitiamo le altre sub-personalità, molta più energia inizia a scorrere. Gli altri sé parlano liberamente e con più energia. Prima parla il Sé Vulnerabile, che era stato soppresso. Di seguito, il cliente accoglie e sente la Tristezza, che inizia a emergere in superficie. Sperimentare l’energia della vulnerabilità è in sé un’esperienza di grande guarigione. E lentamente appaiano molti altri Sé che erano stati rinnegati, come la Fiducia o l’Egoista….
La Posizione centrale
La vulnerabilità trova una nuova posizione dentro Victor. In questa fase, il counselor-coach lavora con Victor per aiutarlo ad affrontare questa vulnerabilità in modi nuovi. I principi della Comunicazione Non Violenta possono essere di aiuto, qui… . Un cliente può aver bisogno di imparare a ritirarsi dagli stimoli esterni, in modo da essere meno toccato dal mondo esterno. Altri clienti devono imparare a essere più aperti… Nel caso di Victor, lui ha imparato ad affrontare i problemi, mettere limiti ed esprimere le cose di cui ha bisogno.
Fare counseling o coaching in questo modo richiede varie competenze da parte del counselor-coach. Supervisione e intervisione sono d’obbligo, altrimenti vi è il rischio di creare danni al cliente. E’ importante invitare il cliente a lavorare partendo dall’accettazione e non dalla lotta. Il counselor applica alla situazione il suo humour, la sua capacità di stupirsi. (“Caspita! Sei molto professionale! Mi hai quasi ingannato, ma per fortuna anch’io ho un Burlone pronto a intervenire”). Il counselor, infatti, può avere un dialogo con il Burlone solamente se conosce bene il suo proprio Burlone[5]. Durante la seduta, il counselor chiede spesso consigli alle sue proprie sub-personalità e si mette in contatto con loro per capire cosa sta succedendo e di cosa c’é bisogno. Questo vuol dire che il counselor ha lavorato con se stesso e i suoi sé: questi sé, sotto una guida professionale, hanno avuto l’opportunità di parlare, e il counselor sa riconoscerne tutti i vari strati e manifestazioni.
L’Ego Consapevole
L’ultima parte del counseling, quando si lavora con il Burlone, è di espandere questa “posizione intermedia”. Questo è sempre l’obiettivo, quando il cliente ha varie sub-personalità di fronte a lui: dalla prospettiva del counselor, il punto di partenza, ora, è permettere all’Ego Consapevole di emergere – una sorta di “posizione intermedia libera” da cui si può creare contatto con tutte le diverse sub-personalità. Da questa “posizione libera”, Victor sceglie consapevolmente quale sub-personalità ha più bisogno attenzione in ogni momento.
L’utilizzo dell’umorismo dall’Ego Consapevole
Mentre i vari sé si disvelano, l’umorismo può essere uno strumento “diagnostico”. Per arrivare all’Ego Consapevole, poi, l’umorismo può essere usato attivamente, come intervento. L’umorismo ha un potere spirituale e di guarigione, e il potere di mettere le cose in prospettiva. Quando riusciamo a ridere delle nostre barriere e dolori, possiamo sentirci meno “rotti” e possiamo riparare le nostre relazioni. (De Blot, 2013). Attraverso lo sviluppo dell’Ego consapevole, il counselor-coach dedica un’attenzione particolare alla relazione che il cliente ha con la sua forza e la sua vulnerabilità. Dietro l’humour di ogni sub-personalità, vi è sempre la vulnerabilità nascosta nell’ombra. Il cliente può imparare a prendersi cura della sua vulnerabilità attraverso lo sviluppo dell’Ego Consapevole e poi operare da esso. In questo modo, l’umorismo può essere utilizzato positivamente e liberamente. (Tabella 3)
Tabella 3: L’Umorismo attraverso l’Ego Consapevole
Lo scopo dell’umorismo | Sub – personalità | Attraverso l’Ego Consapevole… |
Creare incongruenza | Il Burlone | Un umorismo davvero divertente, che non perde la profondità della relazione. L’essenza rimane intatta. |
Dimostrare Superiorità | Il Controllore, Guerriero, Critico Interiore/Giudice | In quest’umorismo, il sarcasmo sparisce o si attua su vari livelli: non solo prendere in giro, ma anche autoironia. Ci sono meno fissazioni. |
Liberarsi | L’Accomodante | E’ l’umorismo che vediamo nel sorriso gentile del Buddha. Riconoscimento. (“Anch’io un vissuto quest’esperienza”) |
Quando l’umorismo deriva dall’Ego Consapevole, è leggero. Questo perché le battute non sono più fatte per proteggere qualcuno o difendere qualcosa. L’umorismo che deriva dall’Ego Consapevole è semplicemente umorismo e può portare gioia e piacere con battute argute. Questo tipo di humour vuole semplicemente divertire.
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Robert Stamboliev ha studiato psicologia in California, dove ha ottenuto un Masters nel 1988. Ha studiato Voice Dialogue e Psicologia dei Sé dal 1982, con i dottori Hal e Sidra Stone ed é stato il primo a sviluppare programmi di Voice Dialogue nei Paesi Bassi e in altri paese europei inclusa la Russia. Robert è fondatore e direttore dell‘Institute for Transformational Psychology (ITP) a Bergen, Paesi Bassi. L’istituto offre Corsi e sessioni individuali, counseling di coppia e coaching per le organizzazioni. Robert ha scritto il libro The Energetics of Voice Dialogue (1988).
Annamaria Morena è nata a New York ma da quindici anni preferisce Parigi, Londra e, da poco, Milano. Dopo anni da manager di moda in Gucci e Mulberry, oggi lavora per una start up e crede che l’abito più importante sia l’anima. Da nutrire con meditazione, yoga, arte e letteratura. (mail: ammorena@hotmail.com)
Referenze
Bergson, H. (1900). Le Rire. Essai sur la signification du comique. Paris: Editions Alcan
Blot SJ, P. de Chauvigny de (2013). Reflection of Paul de Blot SJ in ‘Nieuwsbrief rondom werkcolleges 2012-2013’, Breukelen: Nyenrode Business University.
Halbertsma, E.H. & R. Stamboliev (2002). Polarities in personal coaching, Opleiding & Ontwikkeling, nr. 10, pp. 24-27.
Jung, C. G. (1972). Four archetypes. Mother, Rebirth, Spirit, Trickster. Vert. R.F.C. Hull. London: Routledge & Kegan Paul.
Morreall, J. (1983). Taking Laughter Seriously, New York: SUNY Press.
Stone, H. & Stone, S. Embracing Our Selves. Novato (CA): New World Library.
Stamboliev, R. (1988). The Energetics of Voice Dialogue. California: LifeRhythm
[1] Quando usiamo il termine “umorismo”, in questo testo, stiamo parlando dello “humour” ; infatti la parola “humour” va intesa come termine ombrello che copre le categorie contigue comico-umorismo-ironia-humour pirandelliano o anglosassone, sarcasmo, ecc.
[2] Figura retorica che consiste nell’evidenziare un concetto esprimendolo con uno stile differente rispetto al contesto.
[3] Figura retorica dove un verbo si collega a due o più elementi della frase che invece richiederebbero ognuno rispettivamente un verbo specifico.
[4] Figura retorica dove vi è antitesi di parole differenti fra loro che vengono accostate per dare un senso paradossale
[5] Per questa ragione, in Italia, InnerTeam ha creato i corsi “Le Risorse della comicità” con D. Lannutti!
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