Le energie in azione. Baristi… al bar! di Franca Errani

da | Lug 3, 2016 | Blog | 0 commenti

baristi2Muovendomi spesso per tenere corsi, mi capita di entrare in vari bar per una colazione o uno spuntino, quando sono di fretta.

Ci sono due bar, dove vado con una certa regolarità, perché sono entrambi vicini a due spazi che utilizzo. Sono due bei locali, entrambi con una pasticceria di qualità; entrambi frequentati. Ottimo il caffè.

Chiamerò i due baristi Ernesto e Renato.

Ernesto, alto, una massa di capelli grigio-argento, segaligno, sembra sentirsi subissato dalle richieste; le persone sono richiedenti e lui è infastidito, a volte sbuffa, ha la faccia irritata e ogni tanto sbotta, se qualcuno ripete la sua richiesta due volte. Per essere bravo, è bravo: smista un sacco di ordinazioni, ma si percepisce un affanno; è come se fosse permeabile a ogni richiesta, che al tempo stesso lo infastidisce. Il caffè è ottimo ma, quando vado in quel bar, ho bisogno di schermarmi dal disagio che percepisco, per potermi gustare la mia tazzina al tavolino dove me la porto assieme a un bel bicchier d’acqua.

Renato, più piccolo e robusto, sembra radicato al pavimento. Da lui emana un’energia pacata e al tempo stesso inviolabile; si muove con calma e le persone, dall’altra parte del banco, aspettano con diligenza il suo sguardo sorridente, che si alza al momento giusto per dare il via con un leggero cenno all’ordinazione. Senza dire una parola, ma solo con la sua energia, Renato dirige il “traffico” dei clienti con il minimo sforzo. Quando infine ti porge il caffè, ti fa anche un sorriso. E sedersi al tavolino ha un “valore aggiunto” invisibile ma percepibile.

Immaginiamo ora insieme il ritorno a casa, la sera, dei nostri due amici…

Ernesto me lo immagino drenato, irritabile, sfinito. Si sente vittima del suo lavoro. Anche se forse gli piace pure… E’ possibile che abbia bisogno di chiudersi in camera e staccare da tutto, almeno per un po’!

Renato, penso io, ha più energia a sua disposizione. Non si è irritato inutilmente, non si sente vittima dei suoi clienti. Certamente sarà anche lui stanco, ma di una stanchezza diversa…

Siete d’accordo?

Ah, se potessero incontrarsi! Se per caso, nel suo giorno libero, Ernesto capitasse in quell’altra zona e andasse a bersi un caffettino al bar di Renato! Forse, se si desse la possibilità, noterebbe un’energia diversa nel suo collega, e pure nei clienti… Forse, se entrasse in confidenza, potrebbe chiedere a Renato come fa, a tenere “tutti a bada”! E forse, Renato non lo saprebbe spiegare chiaramente, perché quello che avviene è sottile, è legato al campo energetico dell’uno e dell’altro.

 

Mi fa piacere immaginare che Ernesto, leggendo questa noticina, riceva qualche spunto di riflessione e qualche suggerimento pratico. Caro Ernesto, quello che ti accade è probabilmente, in gran parte, legato al tuo “campo d’energia”. Tutti noi siamo avvolti e permeati da un campo energetico, che in genere non gestiamo, perché siamo abituati a “usare” una certa qualità energetica in modo automatico. La tua energia, Ernesto, è molto Personale: con questo termine intendo che è ampia, radiante, avvolge gli altri e non sa creare confini… ed è così che tu ti senti responsabile dei bisogni di tutti, e dopo un poco, sopraffatto! In questo modo dreni molto la tua energia, e arrivi a sera sfinito. Ti piacerebbe imparare a creare un confine, come sa fare Renato, in modo istintivo? (Ernesto sospira: Oh magari…) .

Ecco, sappi che “l’energia segue il pensiero”… (Ernesto questo se l’era sentito dire alcuni anni fa, quando fece qualche lezione di Tai Chi, arte marziale che poi abbandonò. In ogni caso non colse la portata straordinaria di questa piccola affermazione). Ora, se vuoi imparare a ridurre il tuo campo, puoi farlo. Lo immagini. Basta che immagini… L’immaginazione è una grande risorsa della Mente Intuitiva! Puoi immaginare che ora il tuo campo si restringe, diciamo che è di circa un metro attorno a te… immagina anche che sia di un colore fresco, l’azzurro, l’argento o il bianco… Ecco, vedi che ti senti già meglio? Questo campo sta dicendo ai tuoi clienti: “Io sono io, tu sei tu”. Insomma, è un confine energetico che gli altri possono percepire, anche se non ne sono consapevoli a livello cosciente. Mi piace immaginare che Ernesto proverebbe varie volte ad aprire e chiudere il suo campo energetico, e ogni volta ne avvertirebbe sempre meglio le variazioni, dall’energia Personale (senza confini) a quella Impersonale (che crea un confine), e ne apprezzerebbe le qualità!

E forse, come per miracolo, anche i clienti sarebbero – o li percepirebbe – meno pressanti!

Franca Errani

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