L’attivista interiore è connesso all’Archetipo dell’Azione, del Fare. Per conoscerlo meglio è utile fare un’intervista al sé, con il Voice Dialogue.
L’intervista ai sé
Chi compie l’intervista ai sé è un Counselor o un Coach esperto nel metodo del Voice Dialogue; la seduta si svolge in un clima di neutralità e attenzione. Non entro qui nel merito della tecnica della seduta, che ha diverse regole da osservare; la cosa importante di questa tecnica di colloqui è che i sé vengono invitati a parlare come se fossero delle persone reali che entrano nella stanza in modo tale che la persona ne possa sperimentare in modo diretto l’energia, le emozioni, le paure e i bisogni, l’influenza sulla postura e sul respiro, insomma tutte le caratteristiche specifiche.
Qui, incontrerai un “Attivista interiore” di prima grandezza, che forse risuonerà con la tua parte analoga!
L’Attivista
Qualche parola su questo sé: si tratta di quella parte di noi legata al fare, all’agire – come dice chiaramente il suo nome. Naturalmente è giusto e sano avere una parte attiva che prende in mano i compiti della nostra vita legati all’azione, alla progettualità, all’impegno… il problema nasce quando ci identifichiamo con l’Attivista, quando questa energia prende eccessivo spazio in noi e non ci lascia godere altre dimensioni di noi stessi. Un buon Attivista ci aiuterà a realizzarci nella vita, a rendere concreti i nostri progetti, ad avere successo; è anche uno dei sé più facili da contattare, e dopo le interviste proporrò un paio di esercizi perché anche tu possa sentire il tuo Attivista, con le sue specifiche caratteristiche.
L’Attivista spinge tutti noi (potremmo anche chiamarlo il Pungolatore): ha una lista in mano o l’agenda (reale o immaginaria) e ci stimola a fare: il suo programma è molto denso di impegni e non gli piace che noi ci rilassiamo, men che meno che sprechiamo tempo (secondo i suoi parametri). Perciò è capace di rovinarci anche un piccolo momento di riposo ricordandoci che ci sono i panni da stendere, che dobbiamo completare la relazione o che dovremmo strappare le erbacce in giardino, infine fare una bella corsa per perdere qualche etto… E’ vero che grazie a lui portiamo a termine i nostri impegni ma, se è molto forte, può guastarci anche il senso di successo e pienezza che un buon lavoro completato potrebbe darci.
L’Attivista si sviluppa grazie a un sacco di incoraggiamenti: la nostra società si basa molto sul fare e genitori, insegnanti, datori di lavoro possono essere validi stimoli alla sua crescita – possiamo, per certi versi, considerarlo anche un “sé collettivo”, ovvero caricato dei valori culturali apprezzati nel nostro Occidente di oggi.
In certe persone è molto evidente la sua presenza: l’uomo di successo, la “donna in carriera” ne sono esempi; ma spesso può essere presente un fortissimo Attivista anche in una casalinga depressa che lascia scorrere la giornata restando in vestaglia tra letti da rifare e piatti sporchi: in questo caso, la spinta dell’Attivista è così forte, la sua lista di impegni così chilometrica che l’unica risposta possibile è scivolare nell’opposto, con un senso di resa e di inutilità di ogni sforzo. In questi casi l’Attivista può rovinare la vita.
Sentiamo un Attivista in azione
Valeria ha già sperimentato la tecnica del Voice Dialogue; il tema che porta in questa seduta è un senso di irrequietezza e eccessiva ansietà che sente riguardo al suo lavoro e in generale nella sua vita. Naturalmente la intervista al sé è più lunga e il Counselor ha fatto parlare altri aspetti, ma qui voglio concentrarci sull’Attivista e sulla sua energia. Mentre leggi, ascolta le tue reazioni interne.
Counselor (C): – Salve… ti sentivo parlare già dal centro, quindi mi fa piacere parlarti direttamente…
Attivista di Valeria, con aria soddisfatta: – Ah, certo, ho un sacco di cose da dirle! Ho tanti progetti, io… Un sacco di energia!
C: – Me ne sono accorto… Già prima Valeria mi ha descritto i suoi, o meglio i vostri progetti, e sono rimasto stupito da quanti sono…
Att. V.: – Beh, in realtà sono di più… è che lei mi censura. Io credo che potrebbe benissimo portare a termine tutti e tre gli incontri di cui ti ha parlato, e nel frattempo scrivere anche le storie che sai. E poi, io ho bisogno di più movimento. Di camminare di buon passo…
C: – So che lei spesso va in montagna… ti piace?
Att. V: – No. Ci va con sua figlia e per me è una lagna, anche sua sorella, camminano troppo adagio. Io vorrei lasciarle lì e andarcene per i fatti nostri. Per questo divento agitato.
C: – Mi pare che tu non sia mai stanco…
Att. V, felice: – Certo che no! Io non sono stanco. Anzi, mi fa rabbia quando lei si vuole riposare. Allora la tormento.
C, curioso: – In che modo?
Att. V: – Ah, quando è a letto, le faccio agitare le gambe. Si sente irrequieta, lei dice che ha il nervoso nelle gambe. Ecco. Sono io.
C: – Da tutto quello che Valeria mi aveva detto che fa, io pensavo foste in buoni rapporti…
Att. V, agitandosi sulla sedia: – Ah no! Te l’ho detto: io ho molti più progetti per lei, mi sento frustrato. Io preferivo il lavoro che faceva prima, dove c’era un sacco da fare. Lì praticamente c’ero solo io (trionfante): ci alzavamo insieme la mattina presto, e… via! Per tutto il giorno.
C: – Quindi non ti piace il lavoro che fa adesso…
Att. V: – Che dirti? Mi rendo conto che lei sta meglio, è più felice, lavora di meno e in proporzione guadagna di più… ma io… ecco, io non mi stanco così, il suo lavoro adesso ha bisogno anche di pause, ma io non so cosa farmene delle pause! Così, ogni volta che le arriva un volantino di qualche seminario, io le faccio desiderare di andarci!
C: – Ah, allora adesso ti interessa anche il lavoro interiore che Valeria fa…
Att. V: – Certamente! Ci sono un sacco di cose da imparare! Ogni volantino, io glielo faccio trovare interessante! Non sono il solo a fare questo naturalmente… ma io spingo ad andare. Sempre. Io vorrei che seguisse almeno un seminario su ogni argomento che le arriva. Così, in modo da avere una visione a 360 gradi. Anzi, quello che mi piace di questo lavoro interiore è che non ha fine! Ci sarà sempre spazio per cose nuove da imparare, da scoprire, da inventare…
C: – E i suoi bisogni?
Att. V: – Di chi? Di Valeria? (fa spallucce, e ride) Non sono mica io che me ne debbo occupare. (alzando di nuovo le spalle): c’è qualcuno che tenta di farlo, ma certo non sta a me.
C (incuriosito): E come tenta di farlo?
Att. V: – Beh, per esempio barra delle giornata sull’agenda. Con un bel colpo di biro. Perché sia libere da ogni impegno, capisci? (Scaldandosi) certo anch’io credo sia giusto abbia delle giornate libere! Così può fare le cose che le piacciono! Ad esempio vedere delle amiche o andare dall’estetista o a farsi un massaggio e il manicure, oppure sistemare un po’ meglio la casa!
C, divertito: Allora mi pare di capire che queste giornate “barrate” sei ancora tu che le prendi in carico! Cosa succederebbe se per esempio lei volesse passare la giornata in casa, dormendo, rilassandosi, senza fare niente?
Att. V, scandalizzato: – Oh, questo non è proprio possibile!
I rischi di un Attivista eccessivo
Come avrai notato nell’intervista, l’Attivista si presenta sempre con una grande carica vitale, e spesso conquista per il suo ottimismo e l’entusiasmo con cui elenca i suoi progetti. Vi sono tuttavia alcuni problemi:
- L’A. non ha alcun contatto con il corpo fisico e suoi bisogni – non li sente nemmeno.
- L’A. non ha il senso del tempo: se ti ritrovi a prendere più impegni di quelli che riesci materialmente a eseguire, è molto probabile che sia stato questo sé a fissarli (per esempio, non sa valutare le distanze e ritiene che in macchina ci vogliano pochi minuti su un percorso che richiede magari mezz’ora; né sa valutare i tempi reali dei nostri impegni).
- L’A. è insaziabile: lo stato dell’essere è per lui una fonte di noia, se non di pericolo, e ci lascia ben poco tempo per godere di quanto abbiamo realizzato (anche grazie a lui, questo va ammesso!)
- L’A. valuta le persone per quello che fanno e non per quello che sono.
- L’A. rischia di trasformare il lavoro interiore nel suo nuovo hobby, ovvero in una incessante attività per noi. L’Attivista che si appassiona alla evoluzione della coscienza è veramente entusiasta di tutto quello che ora il mercato offre riguardo a questi temi. Se non ne siamo coscienti, le possibilità di tormento diventano infinite: l’espansione di coscienza diventa il nuovo delizioso incarico che i nostri Attivisti si prendono sulle loro capaci spalle, e… cominciano a correre verso una nuova meta! L’eccitazione incalza: ogni idea ne porta un’altra, senza bisogno di alcun incoraggiamento. Ovviamente in tal caso vi sono altri Archetipi che si collegano, come l’Archetipo spirituale e il Conoscitore psicologico.
L’attivista New Age
A questo proposito ti offro uno stralcio di un’altra seduta, dove il sé che parla è proprio l’Attivista New Age. La persona in questo caso è un ragazzo, Mauro, appena rientrato da una lunga vacanza e che si lamenta di una certa tensione alle spalle. Il Counselor gli chiede di far parlare il sé che gli procura questa tensione, e Mauro si sposta: il Couselor conosce già questo sé Attivista, perché ha avuto occasione di incontrarlo in altre sedute.
Att. M, felice di essere stato riconosciuto: – Certo, puoi ben immaginarlo che sono io!
C: – Beh, un po’ me lo aspettavo, anche se pensavo che dato che Mauro era andato in vacanza, anche tu ti fossi un pochino riposato…
Att. M: – Riposato io? Ma vuoi scherzare? In un posto così?!! Beh, per i primi due o tre giorni l’ho lasciato prendere un po’ di sole, leggere un paio di libretti di avventura, perfino dormire un’oretta il pomeriggio, ma poi…
C: – Cosa hai fatto?
Att. M: – Ah, è bastato fargli leggere il libro giusto! E’ “Come fare miracoli nella vita di tutti i giorni”. Bellissimo. L’abbiamo divorato. Questa possibilità di diventare artefici della propria vita è affascinante, veramente affascinante. Certo deve cambiare un sacco di cose, e darsi da fare, stiamo entrando veramente in un’altra Era… Così abbiamo cominciato subito. Mens sana in corpore sano, lo dicevano anche gli antichi. Così l’ho iscritto a diversi corsi, il surf e il nuoto pinnato naturalmente, visto che eravamo su un’isola, e poi c’era un corso di massaggio che era impossibile non fare. E… la meraviglia di correre sulla spiaggia verso il tramonto! Ho anche cercato di fargli studiare l’alimentazione, ma lì devo dire siamo ancora indietro. Voglio che studi tutto sulle energie!
C, colpito dalla veemenza della parola “tutto”: – Veramente tutto?
Att. M, con gli occhi brillanti di entusiasmo: Perché no? Naturalmente la prima cosa è la meditazione, ce ne sono tante forme, c’è solo l’imbarazzo della scelta… e poi sono sicuro che ha dei buoni poteri psichici, che può vedere l’aura e sentire l’energia delle piante o dei cristalli. Sono affascinato dalla visione della fisica moderna, così è vicina alle antiche filosofie orientali,lì veramente dovrebbe leggersi tutti i libri di Capra, di Zukav… So che lui ha bisogno di spiegazioni anche scientifiche e razionali, e anch’io ne sono affascinato!
C: – Ora comincio a capire perché Mauro si senta questo peso sulle spalle!
Cosa è nascosto “sotto” l’Attivista?
Senti come è affascinante lasciarci trascinare dalla vitalità, dall’entusiasmo di questo Attivista? Capita anche a te? Il fatto è che c’è una vulnerabilità che non viene vista, non viene accudita e che si trasforma nel peso sulle spalle (o in altri sintomi come una spossatezza di cui non comprendiamo l’origine, una “irrequietezza” di qualche parte del corpo, una tensione del collo e dei denti, ecc). Separandosi dal suo Attivista, Mauro ha potuto contattare anche altre energie, come il suo Bambino Vulnerabile, il “Rilassato”, il “ragazzo da spiaggia” e operare le sue scelte con più consapevolezza. Con questo non voglio naturalmente negare il valore dell’Attivista, ma semplicemente metterti in guardia sui rischi connessi al “perderci” in questa energia. Ogni energia ha valore, ma siamo “noi”, come centro di consapevolezza, che dobbiamo imparare a gestirle.
Sperimenta ora il tuo Attivista
Forse la lettura di queste due interviste ti ha già “sintonizzato” su questa energia; o forse… ti ha spinto dalla parte opposta, quella che pensa che un tipo così è da escludere dalla “famiglia interiore”.
Per entrare in contatto con questo tuo sé, comincia mentalmente a fare la lista dei tuoi impegni di domani, o di tutta la settimana. Puoi aiutarti con domande di questo tipo:
- Cosa c’è da fare in casa?
- Cosa c’è da fare per la famiglia (figli, genitori, partner ecc)
- Cosa c’è da fare per il lavoro?
- Quali libri ho comperato e non ancora letto?
- Quali progetti sono ancora sospesi?
- Scrivi una lista delle telefonate da fare
Penso che ora tu abbia attivato questa specifica energia. A questo punto ascolta il tuo corpo, per cogliere le diverse sensazioni fisiche che si sono presentate. Senti forse una maggior tensione in qualche parte del corpo? Spalle, viso, mascelle, testa, collo, stomaco…? Potrebbe anche essere che l’Attivista si è risvegliato così fortemente da darti la voglia di piantare qui la lettura di questo articolo!
Ancora una volta ti invito a comprendere che non c’è giudizio sull’energia in sé. Nessuna parte Interiore è di per sé negativa o positiva: tutto nasce dalla nostra consapevolezza e dalla capacità di gestire queste energie. Se l’Attivista lavora in automatico, è come essere su un’auto lanciata sempre a grande velocità – anzi se abbiamo sogni di questo tipo, con auto che non riusciamo a controllare, o camion che da dietro spingono la nostra auto dandoci la sensazione di avere perso il controllo, è molto probabile che l’energia dell’Attivista ci abbia preso la mano.
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Franca
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