Conflitti di genere fin dall’infanzia
Mia madre mi prese da parte e mi sussurrò in tono cospiratorio:
“Lascialo vincere, tesoro, così è contento. Sai, ai maschi non piace perdere contro le femmine.” Così ritornai al mio gioco degli anagrammi e, da brava bambina, lasciai vincere il mio amico. (Da un sogno di Sidra Stone)
Andavo a casa dei miei genitori. Nel sogno non era molto cambiata da come era quando vi abitavo anche io. Suonai, e venne mia madre ad aprirmi. Sentivo che dietro di lei c’era sua madre, mia nonna. Teneva la porta socchiusa, non voleva che entrassi, non capivo perché… poi sentii dei gemiti dalla loro stanza da letto, allora aprii ed entrai comunque. Sul letto stava mio padre, con l’inguine insanguinato e i genitali tagliati. Sapevo con orrore che lo aveva fatto mia madre. (Da un sogno di A.P.)
I due brani mostrano gli aspetti distorti del Patriarca nella donna e della Matriarca nell’uomo. Quando queste energie svalutano il genere della persona, il loro effetto è deleterio: Sidra impara a “perdere” davanti al maschio; A.P. scopre l’effetto castrante della sua matriarca interiore, trasmessa dal filone femminile della sua famiglia, sul proprio padre e su se stesso. Insomma i conflitti di genere sono già “pronti” e incamerati in noi fin da piccoli!
Patriarca e Matriarca sono sé collettivi
Patriarca e Matriarca sono sé collettivi che affondano le loro radici indietro di migliaia di anni e, nella nostra psiche antica, tendono ad attivarsi con gli stessi schemi; essi sono i Custodi della “identità di genere” e i Guardiani degli stereotipi di genere; la differenza dei sessi sarà marcata con una serie infinita e spesso neppure riconoscibile di gesti, attenzioni e rituali. La costruzione del “genere” si è sempre basata sulla identificazione biologica dei caratteri sessuali (organi sessuali e caratteri secondari); questa “marcatura biologica” in realtà è imprecisa (e oggi le nuove tecnologie permettono di evidenziarlo meglio) perché vi sono persone con fenotipo maschile e genetica femminile o viceversa, e il tema dell’identità di genere è ormai emerso nell’opinione pubblica. Di fatto, i nostri Aspetti interiori Patriarca e Matriarca hanno interiorizzato determinate regole per migliaia di anni: il tema dei ruoli e la loro esasperazione stereotipa restano fermamente “antichi” anche nel cervello più moderno. Spesso sepolte nell’inconscio anche di persone dalle idee molto aperte. Gli Archetipi a cui sono connessi hanno a che fare con il Padre e la Madre, il Guerriero e i Custodi Sociali.
Cosa apprezzano? Cosa svalutano?
Il Patriarca apprezza i valori del maschile e le sue qualità: di conseguenza, apprezzerà l’uomo e sminuirà la donna. Ha ovviamente altrettanto solide convinzioni su come deve essere la donna.
Una parola sull’omosessualità: il Patriarca non la ammette. Se può “accettare” quella della donna – che peraltro ritiene espressione di una mancata esperienza positiva con un “vero maschio” – quella maschile gli è intollerabile. Per non parlare del movimento transgender! Adesso però sappiamo che la lotta avviene dentro e non solo fuori, e che quella dentro è tanto più dannosa e sottile quanto più pensiamo che sia “solo là fuori”.
La Matriarca apprezza moltissimo le donne e disprezza e svaluta l’uomo. Qui però, da pochissime generazioni, è avvenuto un mutamento epocale: la donna ha lottato e ottenuto di potersi muovere nel mondo anche con piglio “maschile”. Quindi il Patriarca nella donna la sta aiutando a emergere negli ambiti tradizionalmente maschili (perché le qualità del maschile ci vogliono, per prendere lauree, entrare nelle aziende, nelle fabbriche, in politica) in un certo senso alleandosi alla Matriarca (forse a sua stessa insaputa?)… al tempo stesso la svaluta perché non è “più donna come una volta”. Questo è un paradosso con cui noi donne dobbiamo confrontarci, perché, altrimenti, non capiamo l’origine del disagio che spesso proviamo riguardo a noi stesse.
Le “lenti deformanti” dei Custodi…
Quando, uomini o donne che siamo, guardiamo il mondo delle donne attraverso gli occhi del Patriarca, ecco che le qualità tipiche del femminile vengono deformate tutte nei loro eccessi. Allo stesso modo, quando, uomini o donne che siamo, guardiamo il mondo degli uomini attraverso gli occhi della nostra Matriarca, le caratteristiche del maschile si trasformano nei difetti dell’eccesso. Il sarcasmo e il disprezzo sono le “armi” con cui si attiva il conflitto di genere anche in modi automatici, senza rendersi conto di quanta distanza stanno creando.
Oggi le cose sono in grande mutamento. I movimenti LGTB+ hanno smosso la coscienza collettiva in molti paesi e quindi le sfumature possono essere tante; si tratta perciò di un mondo molto meno monolitico che nel passato. Al tempo stesso il bisogno identificativo che attraversa il movimento LGBT+ non aiuta a riflettere su questo specifico tema.
Ci sono ovviamente anche modalità disastrose che toccano il sociale, i costumi, la sicurezza collettiva. Di fatto, la radice è la stessa, con gradazioni sempre più gravi. Ecco perché toccare questi temi muove spesso un disagio emotivo profondo. Di fatto, il primo passo è imparare a conoscere questi aspetti collettivi dentro di noi, per disidentificarci sia da quello più conscio sia da quello più soffocato, e permettere l’emersione dell’Io cosciente rispetto a essi.
Vuoi scoprirli?
Fai fatica a riconoscere questi aspetti in te e negli altri? Naviga un poco su FB e troverai una marea di post, anche scherzosi, che dileggiano uomini e donne, attraverso le “lenti” deformanti di Patriarca e Matriarca. Magari si ride anche, però ricordiamoci che nella vita quotidiana, nei nostri rapporti personali e professionali, si ride assai di meno! E infine: queste due energie sono due facce della stessa medaglia. uscire dalla logica del confronto, del “meglio gli uomini” e “straordinarie le donne” è la strada per ritrovarci al di fuori di queste gabbia.
Ricorda: queste due energie sono presenti entrambe in entrambi i generi. Ho dato più rilievo al Patriarca nella donna e alla Matriarca nell’uomo, perché sono meno conosciuti. Ma se non riconosciamo entrambi questi Custodi, non riusciremo a uscire dai tanti conflitti di genere che continuiamo a vivere, anche in una società apparentemente più “fluida” o “aperta”.
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Si cresce meglio insieme
Franca Errani
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