Hai mai pensato alla cucina come palestra di vita?
“Il Cibo come via. Gli archetipi come guida” è un libro ricco e denso di sfumature. Nato dall’incontro di due personalità diverse per vissuto, per storia, per età anagrafica, per percorso personale… è la manifestazione di come le cose accadono, se lo desideri veramente, a prescindere da tutto.
Durante il lockdown, quando io e Franca ci siamo conosciute, io seguivo una sua attività on line (“L’energia del Tarot”, condotta insieme ad Antonietta Marrazzo): un gruppo che invitava ad investire il tempo della chiusura in un viaggio di esplorazione personale per lavorare sui propri talenti e sulle proprie soft skills (come si ama dire oggi…)
Furono 21 giorni molto intensi. Il linguaggio usato da Franca era molto diretto, semplice e profondo al tempo stesso. Decisi così di contattarla, tempo dopo, in occasione di un’iniziativa che stavo portando avanti con la Sommelier Manuela Cornelii, per chiederle di intervenire all’interno della rassegna “Chiacchiere misteriose sul vino…e dintorni” per parlare del suo libro “A tavola con gli dei”.
Fu una diretta molto interessante. “A cena con ospiti illustri” era il titolo e, tra gli ospiti illustri appunto, partecipò anche la giornalista sommelier Jenny Viant Gomez.
Da lì tutto ebbe inizio…o quasi.
Quando lessi la prima volta il testo “A tavola con gli dei” era il 2013. All’epoca stavo frequentando un Master a Pescara dal titolo “Counseling Gastronomico”, della Dottoressa Zuleika Fusco. Tra i diversi libri che ci vennero suggeriti per lo studio c’era quello di Franca. In quel momento della mia vita ero alla ricerca di un punto di incontro, una mediazione, tra la mia formazione ed occupazione prettamente scientifica ed il mio interesse per le materie umanistiche.
Mi sentivo perennemente scissa in due metà distinte e non riuscivo a trovare un punto di incontro. Fu proprio il Cibo ad essere il mediatore e facilitatore di quel conflitto ed il Master, insieme al testo di Franca furono gli strumenti di cui si servì.
In pena su come e dove far incontrare “le mie diverse parti”, grazie ad un approccio consapevole alla cucina, al cibo e al vino scoprii come e perché io ero distinta, ma non separata (Selene Calloni Williams). Attraverso la conoscenza di Dioniso e della sua energia durante il processo di trasformazione e della condivisione del pasto avevo avuto modo di cogliere l’intuizione rivelatrice. Era proprio il nettare dionisiaco che mi aveva illuminato. Grazie al suo incontro e alla lettura del suo mito, delle sue caratteristiche archetipiche, niente della mia formazione mi sembrava più come prima.
Afrodite aveva incontrato Dioniso. Una terza volta. Quella decisiva.
Fu un processo graduale. Ogni giorno il momento del pasto si trasformò in un momento speciale durante le mie giornate. Iniziai a cucinare con maggiore attenzione, a scegliere gli alimenti sentendo quello che il mio corpo desiderava veramente… scoprii nuovi sistemi di cottura, cominciai ad alternare gli ingredienti e a curare i diversi aspetti delle mie ricette per far sì che ogni pasto mi nutrisse anche per la sua estetica, oltre che per la sua composizione.
Attraverso il Cibo iniziai a confrontarmi con la misura delle porzioni, la gestione del tempo, l’organizzazione dello spazio, l’importanza dell’equilibrio, l’influenza delle emozioni sulla percezione della fame e delle relazioni nella condivisione a tavola. Più sperimentavo, mi esercitavo, cucinavo, più familiarizzavo con quell’ambiente che di solito chiamiamo cucina, ma che per me è sempre più una palestra di vita.
GIULIA DI SIPIO, laureata in Viticoltura ed Enologia, diplomata in Counseling Relazionale Mediacomunicativo, Consulente Genitoriale, specializzata in Counseling Gastronomico: concepisce il Cibo come una fonte di nutrimento olistica e uno strumento di lavoro su sé stessi: attraverso il processo alchemico che avviene in cucina, l’uomo sperimenta, trasforma, crea…e potenzia le sue abilità, la gestione delle risorse, la capacità di organizzazione, il problem solving.
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