La parola “dominante” può evocare sensazioni di dominio di qualcuno “su” un altro e quindi non piacere. In realtà, la dominanza è una realtà innanzitutto fisiologica: tutti abbiamo una mano dominante (sono pochi gli ambidestri naturali), un piede e una gamba dominante, un occhio dominante e così via. La dominanza fisiologica ci rende abili nei momenti in cui occorre agire o reagire rapidamente: non dobbiamo starci a pensare su. Una figura dominante è molto utile in diverse situazioni: a volte ha un ruolo diverso rispetto al gruppo, ma permette al gruppo stesso di svolgere un’azione coordinata e ben allineata: pensiamo al direttore d’orchestra, oppure a chi dà il ritmo a una équipe di vogatori, e così via. Gli esempi sono tantissimi.
Nello sviluppo dei concetti legati alla Dinamica dei sé che viene portato avanti in InnerTeam, abbiamo definito “dominante naturale” quell’aspetto dominante che si sviluppa su una preferenza naturale: per un insieme di fortunate circostanze vi è un allineamento tra quello che il mio ambiente mi richiede e quello che è la mia natura di base, la mia impronta psichica.
Quando la parte dominante non risponde a una nostra preferenza naturale, la chiamiamo “dominante culturale”: la cultura del nostro ambiente ci ha spinto a sviluppare un aspetto protettivo che, pur non appartenendo alla nostra preferenza naturale, ha servito allo scopo di farci crescere, di acquisire competenze e abilità, ha avuto una funzione importante e utile alla nostra sopravvivenza.
Il tema dominanza – preferenza si collega anche al Critico interiore. Infatti se un tuo aspetto dominante è naturale, si è sviluppato cioè su una tua preferenza autentica, è probabile che il Critico sia meno attivo rispetto a questo tema; oltre ad aver acquisito competenza in questo campo, la cosa ti piace, quindi tutto è più fluido. Tu stessa farai poca fatica, ti sentirai allineata, lavorerai con più piacere e così via. Là dove invece hai sviluppato una dominante culturale, tale aspetto, pur facendo parte delle tue capacità, sarà meno “tuo”, farai più fatica nello svolgimento del tuo lavoro e il Critico sarà più forte: infatti il suo compito è “tenerti” all’interno del binario stabilito tanto tempo fa. Tuttavia ho scoperto che il concetto di dominante naturale e culturale ha un impatto anche sul Critico: ne riduce l’ansia e lo fa riflettere.
Vediamo un esempio: Valeria è stata sempre molto legata al padre, uomo di pensiero ed esperto di Economia. Si è trattato di una relazione privilegiata, stimolante sul piano intellettuale e ricca affettivamente. Sull’onda di tutto ciò, Valeria si è a sua volta laureata in Economia e ha trovato lavoro in una grande azienda dove ha fatto rapidamente carriera. La sua intelligenza brillante è stata un trampolino verso successi che per molti anni l’hanno gratificata; un suo talento accessorio è sempre stato la capacità di motivare i collaboratori, di creare con ciascuno di essi una relazione attenta, di valutarli con rispetto e cura. Nel tempo tuttavia Valeria si è resa conto che è questa, la dimensione affettivo-relazionale, il suo vero talento, la sua vera “dominante naturale”: è ben lieta di aver avuto tanto successo nel mondo più “freddo” dei numeri, ma ora desidera fare un lavoro maggiormente relazionale. Il Critico di Valeria ha le perplessità tipiche di tutti i Critici del mondo, tuttavia il concetto di dominanza naturale e cultura lo ha colpito: e poiché sappiamo che il Critico è intelligente (e non solo ansioso), sta al fianco di Valeria con un atteggiamento più pacato e attento. Lei, da parte sua, ha creato nel tempo una relazione più sana con questa energia così importante nella nostra vita.
Ti invito a riflettere: Ricorda come eri nella tua infanzia. Quali erano i tuoi sogni, le tue fantasie, le tue preferenze, i giochi amati. Immaginando che in quelle scelte precoci ci sia una traccia delle tue preferenze naturali, della tua impronta psichica, gli Aspetti dominanti che hai sviluppato sono in sintonia con tali tue preferenze? Le puoi “ritrovare”?
Oppure hai sviluppato Aspetti che sono andati in controtendenza? E in questo secondo caso, ripercorrendo la tua vita, puoi notare se alcuni tuoi problemi o disturbi o difficoltà possono essere in relazione con questa tua scelta (peraltro a suo tempo totalmente sensata)?
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