Ho un Buco nel CV. Come, non lo hai anche tu? Dimmi che hai un CV tutto intero, tutto lineare, tutto liscio e senza alcuna asperità. Mi stai dicendo la verità?
Il mio curriculum sembra una pagnotta. La tagli, e ci vedi buchi grandi e piccoli.
Quel buchetto laggiù, lo vedi?, risale a una mia crisi personale, piccola forse ma ero così giovane… mi terrorizzai all’idea dell’impiego, del posto fisso, dei colloqui… così scappai e per tre mesi vissi con alcuni amici artisti di strada. Sì, ora lo posso dire: per un breve tempo accarezzai l’ideai di ondeggiare sui trampoli, con le lunghe stoffe colorate come vele a sussurrarmi ai fianchi. Di questa cosa non parlo con le HR, insomma le Risorse Umane che, a volte, ahimè, così umane non sono ma molto lineari sì.
Gli è che l’essere umano lineare non è; forse vorrebbe esserlo, almeno nei momenti di crisi: in quei momenti sogni una strada dritta e lastricata, lunga e rassicurante – che poi, se diventasse vera, scapperesti forse per il primo viottoletto…
Quell’altro buco, più grande, fu quando mia sorella perse il bambino; voleva buttarsi dal terrazzino. Stare accanto a lei venne prima di tutto, anche prima di me. Non me ne pento. Se anche il Civù scende giù, io sono salita e discesa insieme a lei per monti e valli fatti di dolore e oscurità. Quando si è ritrovata, anche io ho ripreso il mio cammino.
Come pagnotta, il mio CV è proprio perfetto. Questi buchetti, come sa chiunque col pane si diletti, sono indispensabili: si formano con la lievitazione e danno al pane quella giusta elasticità che poi ti fa venire voglia di addentarlo.
Nel mio CV, invece, chissà perché, i buchetti fan sì che io sia guardata con sospetto: inaffidabile? Capricciosa? Cosa nascondono, quelli vuoti irrispettosi? Quei vuoti poco virtuosi?
Guarda i buchi del mio CV come guardi alle rotonde cavità della pagnotta – che, se non le avesse, sarebbe dura e probabilmente immangiabile…
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