Il condominio – F. Errani (1° parte)

da | Ott 3, 2016 | Blog, Articoli | 0 commenti

Quando ci si innamora non si sa, almeno all’inizio, che dentro ciascuno dei due amanti vi sono tanti personaggi: che si amano e detestano, si cercano e si sabotano.

 

Si, eri davvero tutto quello che desideravo.

Eri compagna, madre, figlia, amante, complice… È vero che quando sognavo l’amante tu eri madre, quando volevo la complice mi ritrovavo la figlia, quando mi sentivo protettivo come un buon padre tu eri una zia brontolona. Perché anche le zie si infilano nella coppia. Non se ne parla mai, delle zie… Sempre ‘sta storia, non farmi da madre, non sono tua figlia, sei proprio uguale a mio padre…. ma gli zii? dove li mettiamo, gli zii? La zia nubile per esempio che ti si piazza in casa per un aiutino durante il trasloco, e dopo due anni è ancora lì, con il mocio vileda al fianco come uno scudo? Tu dici che non c’entra, ma ti assicuro che c’entra, c’entra, entra in casa e non si spuntella più.

Ma dicevo altro, dicevo che ancora non mi capacito come con tutte queste belle possibilità che avevamo a disposizione – perché su questo non ci sono dubbi, eravamo un meraviglioso caravanserraglio di possibilità – beh dicevo non siamo quasi mai riusciti a incastrarci, o forse ci siamo proprio incastrati ma nel senso di un incastro che ti castra, di quelli che per liberarsene ci vuole … ci vuole che la zia se ne vada. Anche la madre, mia cara, che ormai la fa da padrona, come forse il mio padre ritirato che si nasconde dietro il giornale, in salotto, e non c’è più per nessuno. Tu dici che è il mio bambino che ti si piazza tra le braccia? Non posso dargli torto, essere accolti tra le tue incomparabili tette è un’esperienza fantastica, ci fantastico spesso, sai cara, e non dirmi che è il bambino che ha gli occhi libidinosi…

Un condominio incasinato

Insomma in questa nostra meravigliosa storia di amore o di amori, perché eravamo in tanti, davvero, un condominio incasinato, ribelle e senza una portineria decente. Ecco, forse una brava portinaia ci avrebbe salvato. Di quelle di una volta che sanno i fatti di tutti, e nel nostro caso non sarebbe stato neppure pettegolezzo, tutto infatti si sarebbe svolto comunque tra noi, tutti inquilini errabondi all’interno della stessa irrequieta coppia. Ma che coppia, dico, un esercito di coppie scoppiate, di cavalieri erranti, di principesse che non vogliono farsi salvare anzi lo vogliono ma come dicono loro, quando vogliono loro, e poi finisce che il cavaliere comincia a cercare qualcuno che voglia farsi salvare nel modo che il cavaliere conosce, tanto per cambiare. Uccidere il drago, si, una volta, poi due, poi anche tre…. poi… poi la principessa urla che non va bene, che c’è il bambino di mezzo, e lui urla che c’è una insopportabile madre strega, in compagnia dell’immancabile zia, che lucida gli ottoni mentre i bambini piangono in un angoletto. Il letto è disfatto, le lenzuola di flanella sono stropicciate, il che non guasta perché il bello della flanella è proprio la sua soffice stropicciabilità, che piace a tutti, adulti e bambini, forse almeno su questo avremmo potuto trovare un punto di accordo. Che poi un accordo a letto promette bene, insomma lascia aperte speranze e possibilità , sempre che non entri la zia, con l’immancabile aroma di varechina aleggiante intorno, per controllare che tutto sia in ordine, l’ordine è la specialità delle zie e la disgrazia degli amanti. Dis-grazia, senza grazia, fuori dalle grazie di Dio, dio come è sgraziata questa mia prosa patetica, ora che le zie le madri le bimbe le complici e le amanti se ne sono andate in un solo frullo, tutte insieme, tutte in una volta, tutte avvolte in un unico cappotto rosso che poi era quello che ti avevo regalato al nostro primo Natale insieme, un cappotto color fiamma, il rosso è propizio al grande viaggio, mi dico, invece la nostra sembra essere stata una gitarella di poca importanza, dici tu, con occhi scuri e lampeggianti, un ultimo sguardo mentre tutte insieme ve ne uscite dalla porta che la zia ha lucidato proprio ieri, come fosse un giorno normale e non quello che precede la catastrofe. Anche le maniglie di ottone la zia ha lucidato ieri, mica ha visto i miei occhi lucidi, quello è un tipo di lucido che le zie non comprendono, anzi fan finta di non vederlo, forse l’amante le avrebbe notate, le lacrime sul ciglio, ma con la zia sul ciglio del burrone resto solo io, il bambino lo tengo stretto per mano che non si butti, piccolo è e sul disperato andante.

Così il cappotto rosso ha sceso le scale, iroso, e ha sbattuto la porta.

Tutto il condominio ha avuto un fremito, dall’Attico, dove abitano gli intellettuali (ricordi cara quanti bei libri abbiamo letto insieme? brani letti ad alta voce, la sera… come leggi bene mi dicevi con quegli occhi neri innamorati) fino al piano terra dove ci sta la coppia che si occupa della manutenzione, lui quando si dedica alle cose pratiche è proprio bravo, preciso e ordinato, un vero tesoro da avere in famiglia! Il fremito è arrivato fin giù negli scantinati, è da laggiù che salgono lamenti e pianti, peccato che negli scantinati non siamo mai voluti scendere, né insieme né da soli…

Mi dico che prima o poi ci scenderò, vorrei fartelo sapere, forse laggiù potremmo per una volta incontrarci davvero, ma proprio davvero…

 

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Si cresce meglio insieme.

 

Se ti interessa il tema della coppia, puoi leggere anche: https://www.innerteam.it/libri/lovely-planet-relazioni-di-coppia/

 

Franca

 

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