La Pupa, il Cavallo e il Rito della Rinascita
Che meraviglia è la gastronomia italiana! Ogni paese ti offre uno spunto interessante su cui riflettere… e ogni ricetta ti permette di cogliere nuovi elementi per lavorare nel tuo quotidiano.
In Abruzzo, per esempio, così come anche in altre regioni d’Italia, è usanza, a pochi giorni dalla Pasqua, preparare, tra i vari dolci tipici due “taralli” (dialettalmente chiamati): la Pupa e il Cavallo.
La tradizione
Realizzati solitamente durante la giornata del Giovedì Santo, questi due simboli pasquali di pasta biscotto venivano un tempo scambiati tra le famiglie delle coppie prossime al matrimonio.
In origine, chiamati genericamente pani o panicelli, prevedevano degli ingredienti poveri e semplici: uova, farina, zucchero, mandorle o farina di mandorle, frutta secca, cioccolato fondente, cacao. Ogni famiglia aveva la sua personale ricetta; qualcuno usava la glassa per la decorazione finale, gli zuccherini colorati… ma di certo, in quasi tutte le versioni, era importante ricordarsi di porre un uovo al centro della figura, incastonato nella pasta. L’uovo, rappresentava la rinascita, la rigenerazione, la fecondità, la prosperità. Simbolo della vita e della sua ciclicità, si usava metterlo nel ventre della pupa o sul dorso del cavallo.
Se il cavalluccio veniva donato alla famiglia della futura sposa, la pupa a quella del futuro sposo: rito che voleva sottolineare la nascita di una nuova unione e, allo stesso tempo, essere propiziatore di fertilità e abbondanza.
L’evoluzione della tradizione
Se in principio questi dolci erano fortemente legati al matrimonio, oltre che alla Pasqua, con il tempo la tradizione si è poi allargata e, la Pupa ed il Cavallo sono diventati i doni delle nonne ai loro nipotini.
Le forme, in origine molto stilizzate e grossolane, in tutte le case dovevano rispettare la prosperità del corpo femminile: i fianchi larghi, il seno abbondante, le braccia “a conca”, a ricordare la postura tipica delle massaie di un tempo.
Presenti ormai nei grandi supermercati e nei vari negozi di generi alimentari, c’è chi continua a realizzarli nelle proprie case e chi invece preferisce acquistarli già pronti.
La prima volta che mi regalarono una pupa ero già grande… probabilmente avevo già più di vent’anni. Ricordo ancora gli occhi di quella donnona dalla gonna ampia che mi guardavano. Ringraziai più volte la signora che decise di farmi quel dono. Si giustificò perché non aveva avuto modo di comprarmi un regalo vero e proprio, ma in realtà lei non sapeva di quanto mi avesse reso felice!
Assaggiai quella pasta con riverenza. Prima tagliai i piedini… poi proseguii con la veste e, man mano che le giornate passavano ed io mi nutrivo di quella figura, qualcosa in me si trasformava.
Dall’anno successivo decisi che avrei iniziato anche io ad onorare la tradizione della pupa e del cavallo.
Non sapevo bene quale ricetta avrei seguito, che forma avrei utilizzato… ma quando quel pomeriggio decisi di mettere le mani in pasta per la prima volta, ricordo bene che una parte di me sapeva esattamente cosa fare, come muoversi e che tipo di pupa realizzare.
Da allora ogni Pasqua (e a dir la verità non solo a Pasqua…) dedico un momento a questo rito: “La Pupa, il Cavallo e il Rito della Rinascita”
Il Rito della Rinascita (e della trasformazione)
Non è importante quale farina scegli di utilizzare, che tipo di zucchero usare… quello che ti vorrei invitare a fare è di prenderti qualche ora per te e per fare la tua Pupa o il tuo Pupo, il tuo Cavallo. Io adoro fare questo rito in occasione della Pasqua, del Capodanno, del Compleanno… in quei momenti di passaggio in cui è importante prendersi un attimo per sè. Spesso le energie positive e nutrienti che veicolo attraverso questa preparazione, mi fa piacere condividerle, magari donando quello che ho realizzato alle persone a me care.
Ricetta
Prepara il tavolo da lavoro, scegli pure una musica di sottofondo che ti rilassa, accendi qualche candela e poi inizia ad organizzare gli ingredienti che ti serviranno.
La mia solita dose per un “tarallo” alto circa 30 cm è:
- 3 uova intere
- 3 tazzine di zucchero
- 3 tazzine di olio di semi
- 1 cucchiaio di cacao amaro
- 600 gr di farina (anche senza glutine o di riso va bene)
- 4 cucchiaini di lievito per dolci
Zuccherini a piacimento ed eventuale frutta secca per la decorazione.
Procedimento
In una terrina versa: 2 uova, 2 tazzine di zucchero, 2 tazzine di olio, 3 cucchiaini di lievito per dolci, circa 400gr di farina. Impasta velocemente fino ad ottenere un composto liscio e compatto che metterai a riposare in frigorifero per circa 15 minuti.
In una seconda terrina metti tutti gli ingredienti restanti e lavorali velocemente per ottenere un secondo impasto, ugualmente liscio, compatto, ma scuro (a causa del cacao).
Dopo aver fatto riposare entrambi gli impasti, su di un foglio di carta da forno, come se la pasta che hai di fronte fosse un panetto di argilla o di das, inizia pure il tuo lavoro creativo.
Non ha importanza esattamente cosa otterrai, quanto sia somigliante al tuo immaginario, all’idea che hai nella testa.
Ciò che conta è l’energia con cui realizzerai la tua opera, l’intenzione che imprimerai a quell’impasto. Il linguaggio non sarà razionale, piuttosto simbolico, sottile, energetico. Lascia pure che le mani vadano da sè e assecondale. Se dovessi avvertire una resistenza: fermati, respira e poi riparti.
Quando avrai completato la tua opera, quando sentirai di aver finito, metti il tutto in forno a 180°C per circa 15-20 minuti.
Se ti dovesse avanzare della pasta, usala pure per fare dei biscotti.
Una volta che tutto sarà cotto, lascia che la tua pupa, il tuo cavallo, il tuo pupo… o qualunque forma sia venuta fuori, si raffreddino; decorali poi a piacimento. Lascia che le immagini delle tue creazioni si manifestino di fronte a te. Osservale e ringrazia quella parte creativa e bambina che si è divertita nel dare una forma e una sostanza a ciò che si stava muovendo in quel momento.
Aspetta qualche ora prima di assaggiare il tuo panicello e, quando lo farai, porta pure l’attenzione, non solo sul profumo, sul gusto, sugli aspetti sensoriali, ma… cerca di avvertire quali sensazioni fisiche provi, quali emozioni si stanno muovendo… e se puoi, annotale pure nel tuo quaderno di viaggio.
Assapora il cibo che hai realizzato: lentamente e in modo totale. Mangialo come se fosse un mezzo ed uno strumento per arrivare ad essere ciò che desideri veramente. Poi ringrazia.
La Pupa, il Cavallo e il Rito della Rinascita può essere un modo per attraversare un momento di passaggio, di trasformazione, di difficoltà. Può essere un regalo per una persona a cui tieni, un augurio speciale, un modo per esprimere il tuo sentire in un modo differente e diverso dal solito.
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