Il tema della scelta è fondante nella filosofia del Voice Dialogue. “Chi” sceglie dentro di noi? Come possiamo rendere la nostra scelta più libera e cosciente?
Nella vita tutti ci troviamo a dover scegliere, più e più volte. Alcune decisioni sono facili, altre sono fonte di conflitto. In una relazione di coppia la cosa diventa ancora più complessa perché al conflitto interiore di ognuno, si aggiunge quello tra le due persone che vivono insieme. La prima cosa di cui rendersi conto è che la maggior parte delle decisioni proviene dai nostri sé primari, gli aspetti dominanti della nostra personalità.
Cosa sono le parti dominanti?
Sono le parti con cui ci siamo identificati nel processo di crescita e che rappresentano come ci esprimiamo nel mondo e come gli altri ci vedono. Se per esempio con la crescita si diventa una persona che ama realizzare, razionale, intellettuale, si amerà comperare libri, investire tempo, energia e denaro nell’apprendimento, e si considereranno di valore le persone che mostrano simili caratteristiche di personalità. Con un simile insieme di sé primari, si tenderà anche a giudicare le persone che hanno qualità opposte: più rilassate e pigre, poco focalizzate. In alcuni casi, invece del giudizio, si potrà provare ammirazione e attrazione verso una persona di questo tipo.
Immagina di essere cresciuto in una famiglia molto parsimoniosa, attenta a come spende il denaro e non amante del rischio. Tu, per reazione, ti ribelli a questo schema e diventi una persona che ama spendere, viaggiare e assumersi rischi nella vita. In questo caso farai scelte molto diverse da quelle che hanno fatto i tuoi famigliari e il tuo sistema dominante agirà, nel mondo, in modo molto differente dal loro.
Quello che dobbiamo imparare, nel processo decisionale, è cominciare ad ascoltare la voce della polarità opposta, la voce dei nostri sé rinnegati. Questo compito è arduo, fino a che sei “sposato” con i tuoi sé primari perché, dalla loro prospettiva, le tue scelte ti sembrano naturali. La realtà, però, è che la maggior parte delle scelte che le persone fanno non è una vera scelta! Una vera scelta richiede il conflitto tra almeno due alternative.
Il processo decisionale e il conflitto
Il conflitto, nel processo decisionale, è una cosa positiva perché significa che siamo consapevoli delle alternative e non sappiamo cosa fare, da che parte andare. Per esempio, John entra in un negozio di computer e si innamora del nuovo modello Mac Powerbook. Il suo sé primario è in estasi quando vi si siede davanti e lo usa. John è una persona molto mentale, con buone capacità tecniche rispetto ai computer, e un forte bisogno di successo e competenza. Ha un buon lavoro e abbastanza denaro per vivere una vita serena, ma non ha guadagni extra né abbastanza risparmi. Tuttavia si sente libero nello spendere il denaro, diversamente dalla sua famiglia di origine. Il suo sé dominante, in tal senso, è più “mediterraneo”, quello dei suoi famigliari più di stampo germanico. In una tale situazione, John si dice: “Scelgo”, così compra il computer. Certo, sente una strana sensazione, come una leggera contrazione allo stomaco, ma non è abituato a sentirsi ansioso: è una persona che si dice “Ce la posso fare” e quindi porta a casa il nuovo computer.
Dalla nostra prospettiva psico-spirituale potremmo dire che non è stato John a comperare il computer: è stata una scelta del suo sistema di aspetti dominanti. Non c’era un processo di scelta in atto. E questo è il modo in cui viene fatta la maggior parte delle “scelte”. Non stiamo dicendo che le decisioni prese in questo modo siano male; stiamo dicendo che non si tratta di decisioni consapevoli perché non vi è una reale esperienza degli opposti. Per fare una vera scelta occorre avere degli opposti. Per compiere una scelta dobbiamo imparare a sostenere la tensione tra almeno due alternative e questo è il compito dell’Ego consapevole. Lo scopo del Voice Dialogue è far nascere e sviluppare il processo dell’Io consapevole. E’ lo sviluppo di uno stato di coscienza, un modo di vedere il mondo che si sviluppa a mano a mano che ci separiamo dai nostri sé primari e impariamo ad abbracciare i nostri sé rinnegati – non “diventare” loro, semplicemente abbracciarli.
Il sogno di John
La stessa notte John sogna che sta camminando tra i barboni della città in cui vive.Egli sente profondamente la mancanza di speranza di queste persone senza denaro e senza sostegno. Si risveglia dal sogno sentendosi molto in ansia e improvvisamente riconosce quella sensazione allo stomaco che aveva sempre rifiutato di ascoltare. Improvvisamente sente il suo sé rinnegato. Sente la sua vulnerabilità, le sue paure, tutto quello che ha represso tanto tempo fa. Ora John comincia a “stare” tra gli opposti: sente che una parte di lui disperatamente desidera e ama il nuovo, meraviglioso computer; ma ora è in grado di sentire anche che non può realmente affrontare la spesa di altri 2.500 dollari, più altri 500 per i vari accessori e software. Sente entrambe le parti. Ed è l’io consapevole che ha questa capacità, di sentire entrambe le polarità. Ora John comincia a comprendere perché la sua fidanzata è così preoccupata per come lui spende il denaro e perché continua a dire che non si sente sicura con lui. La donna sta semplicemente esprimendogli quello che egli non si permette di sentire – la voce dell’altra parte.
Il dono delle relazioni
Questo è il dono delle relazioni che l’intelligenza dell’universo ha messo nelle nostre vite, una volta che comprendiamo i nostri sé e il loro funzionamento. In tutto questo non c’è nulla di giusto o di sbagliato. Dal nostro punto di vista di psicoterapeuti, non abbiamo neppure idea se John dovrebbe comprare il computer o no. Non è questo il nostro compito, per fortuna. Il nostro lavoro è di aiutarlo ad acquisire questa capacità di sentire gli opposti e a sviluppare la volontà di vivere con questo conflitto fino a che non arrivi una risoluzione naturale.
Vivere tra gli opposti vuol dire imparare a vivere con le ambiguità della vita. E’ la capacità di sostenere la tensione tra le polarità fino a che il processo dell’Io consapevole non è abbastanza forte da permettere una decisione organica, che arriva in un modo così naturale che quasi più non sembra una decisione. Questo è uno degli obiettivi più profondi del Voice Dialogue e del lavoro con i sogni.
Si potrebbe obiettare che talvolta occorre prendere decisioni immediate, ma nella nostra esperienza abbiamo verificato che il senso di immediatezza è più che altro il prodotto della cultura occidentale, estroversa e veloce. Semplicemente non abbiamo mai apprezzato, non abbiamo mai visto la ragione di apprezzare questa capacità di “sudare” tra gli opposti. Possiamo assicurarvi che la ricompensa è grande.
Ricordate che la conoscenza è il campo dei sé primari, ma la saggezza appartiene al regno dell’Io consapevole, alla capacità di “non sapere”, alla volontà di sentire e comprendere entrambi gli opposti connessi al processo della scelta.
Traduzione di Franca Errani
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