La seduta interattiva – Franca Errani

La seduta interattiva

da | Gen 7, 2017 | Blog | 0 commenti

uno strumento di gruppo per Counselor e Coach

PREMESSA

Nella formazione di Voice Dialogue che ho sviluppato negli anni e che è confluita poi nella Scuola Innerteam sono sempre state utilizzate modalità di lavoro che coinvolgono più persone. Per esempio nella Rappresentazione di un Sogno, di una scultura o Genogramma Famigliare, di una Dinamica di Vincolo. La cosa di per sé non è una novità nel mondo variegato della crescita personale. Ormai molti sono i modelli che ricorrono alla messa in scenadelle tematiche portate dallallievo-cliente, utilizzando come rappresentantii componenti del gruppo.

Nel 2012 alla Convention internazionale di Voice Dialogue a Parigi, ho avuto la possibilità di sperimentare direttamente un modulo di seduta pubblicadi Voice Dialogue messo a punto da una collega americana, Jaime Ona Pangaia. Nel 2014 ho incontrato di nuovo Jaime durante un suoworkshop a Parigi, al quale ho partecipato con lo scopo di onorare il suo lavoro, confidarle le riflessioni teoriche che il suo modello di seduta mi avevano suggerito e di condividere le esperienze analoghe sviluppate nel frattempo in Italia allinterno della Formazione Innerteam per Counselor e Coach.

DI CHE SI TRATTA

Questo tipo di seduta pubblicadi Voice Dialogue, che potremmo chiamare interattiva, si differenzia dalla normale seduta di VD perché a un certo punto, a supporto della persona facilitata, viene sollecitato il coinvolgimento delle persone che assistono alla seduta, attivando così un circuito sinergico di possibili importanti benefici per la persona facilitata e per i partecipanti stessi che man mano si inseriscono nella seduta.

Ogni modello di crescita personale utilizza le tecniche di coinvolgimento attivo dei partecipanti in accordo con i propri principi teorici di riferimento. Per questo motivo, gli stessi termini (rappresentazione, costellazione, scultura) possono in realtà indicare procedimenti leggermente (o anche molto) diversi, a seconda dei principi teorici che sono alla base di quel lavoro.

Possiamo domandarci, perciò, come si pone la seduta interattivacon i principi di fondo del Voice Dialogue. La mia esperienza di questi anni allinterno della Scuola nellutilizzo di questo strumento e le riflessioni che lhanno accompagnata mi hanno portata a queste conclusioni:

la seduta interattiva utilizza tutti i principi del Dialogo e ne sviluppa di nuovi;

è un modo diverso di lavorare con i Principi del Voice Dialogue, che non solo coinvolge più attivamente i partecipanti1 ma finisce per ampliare il Modello e velocizzarne lefficacia, perché a teoria della Dinamica dei sé ci fornisce una solida struttura di riferimento per portare avanti il lavoro con i rappresentanti in modo sicuro e rispettoso.

Provo a spiegarmi meglio. I vari sé interiori (o parti o Aspetti) della persona facilitata:

1 hanno una base legata in modo specifico alla sua storia di vita,

2 ma sono anche parte di schemi energetici più ampi, meno personalizzati, che ciascuno di noi può “riconoscere: o perché richiamano vissuti analoghi o perché risuonano di una caratteristica chiaramente riconoscibile in quanto genericamente umana.

Per esempio, se in seduta emerge il mio Aspetto madre accogliente”, allinizio il racconto sarà molto legato a me, al mio vissuto, ai miei primi anni o altro; ma già dopo poche domande potrebbe facilmente rivelare una qualità di accoglienza e di cuore con cui tutto il resto del gruppo può risuonare (in modo analogo per chi è in contatto con tale energia anche dentro di sé; con un certo fastidio con chi lha soffocato in se stesso, identificandosi per es. con un aspetto più attento ad accudire anzitutto i propri bisogni).

Se poi lenergia eventualmente si espande ulteriormente (ma non è detto che avvenga in ogni seduta), può acquisire una valenza archetipale: la sua vibrazione sinnalza e tutto il gruppo ne è toccato2.

Di che cosa abbiamo bisogno, per fare una seduta interattiva?

Intanto, di un Facilitatore (Counselor o Coach) con una buona capacità di tenuta nella gestione delle energie di un gruppo numeroso di persone che faranno risuonare Aspetti, primari, soffocati e anche le relative parti vulnerabili.

Poi, di un gruppo che abbia già unesperienza di sedute individuali “normali” e abbia attivato il processo dellio cosciente. Perché questo punto è importante? Perché il rappresentante deve essere in grado di non identificarsi con la propria storia personale, insomma di riconoscere i propri schemi proiettivi. Se questo non è, il lavoro può essere contaminato per il cliente, e lasciare anche effetti sgradevoli al rappresentante. Su questi punti ritornerò nella descrizione della tecnica.

Il gruppo deve essere abbastanza numeroso da permettere che vi sia un pubblico oltre a un numero di rappresentati (da 5 fino anche una decina).

Poi, di un tempo di almeno unora, unora e mezzo di lavoro (fino anche a due ore), considerando anche il momento di lavoro con i singoli rappresentanti, che potrebbe essere necessario a fine seduta.

Quali indicazioni dare, prima di iniziare?

Ebene che il Facilitatore spieghi brevemente come funziona questo tipo di lavoro, inquadrandolo e dando anche indicazioni riguardo ai passi successivi. Prima di iniziare, spiegherà il ruolo dei rappresentanti: ovvero, quando, durante lintervista ai sé che il cliente andrà a mano a mano a esplorare, una persona si sentirà “attrattaa prenderne poi il ruolo, dovrà “tenere” lenergia che è emersa, usando postura, respiro, campo energetico. Ovviamente vi sarà anche il risuonare personale, ma occorre ricordarsi che in quel momento si è innanzitutto di servizioalla persona: quindi, se si risuona ma con un giudizio negativo, è bene non offrirsi come rappresentante: si andrebbe a cercare di tenere” unenergia rinnegata e questo andrebbe a detrimento del lavoro.

Sarà possibile, finito il lavoro, avere anche un momento personale con i singoli rappresentanti.

Come funziona?

Fase: intervista ai sé e introduzione dei rappresentanti.

La seduta inizierà con Facilitatore e Cliente nella solita posizione, uno di fronte allaltro, alla distanza comoda per entrambi. Il Cliente porterà il tema che vuole esplorare, e si individuerà qual è lAspetto primario maggiormente coinvolto in questa situazione. La persona si sposterà in questa Parte, e il Facilitatore la intervisterà avendo cura di fare domande precise anche su dettagli come postura, respiro, sorgente dellenergia, campo energetico, convinzioniQuando il sé sarà ben definito, una domanda utile da fargli è chiedergli se ha la percezione di quale tipo di vulnerabilità stia proteggendo. In genere, è così, e si possono ricavare molte informazioni sul tipo di vulnerabilità protetta direttamente dal sé. Viene poi il momento in cui sinvita la persona a tornare al centro, operando la separazione. Quando il Cliente si sente centrato, il Facilitatore inviterà chi si è sentito risuonare con quellenergia di entrare come rappresentante nel posto dove era quel sé, prendendone la postura, insomma risuonando nel modo più preciso possibile con il sé che era emerso.

Ora, si procede con lenergia vulnerabile che è protetta dal sé primario, di cui probabilmente abbiamo giàalcune informazioni. Equindi ora possibile far spostare il Cliente in questa posizione, oppure far entrare direttamente un secondo rappresentante in tale posizione: quasi sempre i bambiniscelgono di stare rannicchiati, possono nascondersi dietro allAspetto primario; a volte, se lAspetto dominante è serio, rigido o altro, la parte vulnerabile potrebbe anche non essere troppo vicina, o girargli la schiena. Il Facilitatore avrà creato connessione con la parte bambina; alcune domande possono definire meglio i suoi bisogni e paure.

A questo punto è utile introdurre anche il rappresentante per la Visione Lucida: sarà stata messa fin dallinizio una sedia accanto al Facilitatore a tale scopo. Lintroduzione di questo rappresentante porta in genere una percezione più ampia del lavoro, fin da queste prime fasi.

Ora si procederà con un altro Aspetto, che potrebbe essere un altro primario, oppure un Aspetto emergente, o uno ripudiato, fino anche a uno rinnegato (in tal caso occorre prima chiedere il permesso al primario). La cosa importante è che per ogni Aspetto intervistato, si tenga anche conto della parte vulnerabile che vi è connessa. Detto meglio: anche gli Aspetti rinnegati sono connessi a parti bambine vulnerabili!

A mano a mano che si procede nelle interviste ai sé (con il Cliente) e nella successiva introduzione di un nuovo rappresentante, le energie che il Facilitatore deve gestire aumentano. Nessun sé va abbandonato; per tale ragione è utile che le interviste non siano troppo lunghe, ma si focalizzino sugli argomenti piùimportanti, più incisivi; non occorre entrare nei dettagli specifici della storia personale, ma più sulle regole generali, i convincimenti, le eventuali paure, e anche gli eventuali suggerimenti e bisogni.

In questo modo si possono avere rappresentati due o tre sé con le relative parti vulnerabili, vuol dire almeno 6 persone, più il Cliente e più il rappresentante per la Visione Lucida.

Quando si sente che il lavoro delle interviste è completo, si chiederà al Cliente di mettersi al posto della Visione Lucida, che sarà molto sintetica, perché il lavoro non è ancora concluso.

Fase: la rotazionedei ruoli

Infatti, vi è ora una seconda fase che permette di fare un buon approfondimento, che sarà utile sia al Cliente sia ai vari rappresentanti. In questa fase, infatti, i rappresentanti cambieranno di ruolo. Come? Saranno invitati, individualmente, a separarsi dalla parte che hanno rappresentato, sostare un momento dietro la sedia dove è seduto il Cliente, che rappresenta lo spazio dellIo Cosciente, e poi andare a occupare un altro ruolo, il cui rappresentante si starà spostando, per fare lo stesso passaggio. Emolto importante, in questa fase, che il Facilitatore e anche il Cliente siano entrambi consapevoli dellenergia particolare dello spazio dellIo cosciente, perché è lo spazio di cui hanno bisogno anche i rappresentanti per separarsi dal ruolo che hanno tenuto fino a quel momento, per poi entrare in un altro. In relazione al tempo a disposizione, si può far sperimentare tutti i ruoli o solo alcuni; un passaggio indispensabile è quello di invertire i due ruoli (es. aspetto dominante e la vulnerabilità sottostante; aspetto rinnegato e la vulnerabilità sottostante); si può poi proseguire con altri passaggi (esempio aspetto primario; aspetto rinnegato; relative vulnerabilità).

Quando un rappresentante diverso occupa un ruolo al posto di un altro, vi possono essere indicazioni energetiche anche per il Cliente; qualcosa comunque cambia, e può fornire indicazioni che prima non erano emerse, o ampliarle. Quindi, ad ogni rotazione, è bene chiedere sia ai rappresentanti come si sentono, se hanno cose da aggiungere, sia al Cliente.

Completate le “rotazioni, i rappresentanti sono invitati a ripassare ancora una volta dietro la sedia dellIo consapevole, a separarsi da questo altro ruolo e a ritornare al loro posto. Verranno rassicurati che dopo la conclusione della seduta con il Cliente vi sarà un momento anche per loro.

Fase: chiusura della seduta e attenzione ai rappresentanti.

Può essere utile far riprendere ancora al Cliente la posizione della Visione Lucida, prima di chiudere con lui/lei. Ora il Facilitatore si rivolgerà ai rappresentanti per sentire se hanno bisogno di qualcosa, e verificare con ciascuno di loro che siano essi stessi centrati rispetto alle polarità che hanno esplorato.

A volte può essere necessario un piccolo lavoro di ricentratura personale.

Un esempio di seduta interattiva: Giacomo

Durante un incontro di formazione Giacomo parla del suo bisogno di avere maggiore visibilità lavorativa; è un professionista preparato, coscienzioso, e sa di esserlo. Tuttavia nellazienda in cui lavora persone meno preparate di lui avanzano più facilmente; lui ha diverse buone idee che vorrebbe proporre, e anche sul piano di certe sue attività extralavorative avrebbe idee molto coinvolgenti, che gli piacciono, ma alla fine rimane fermo, rispetto a entrambi i mondi.

Il primo sé che emerge e che si posiziona alla sua destra, in piedi, è una parte adulta, dal campo energetico compatto, verticale, calmo e autoreferente. Questa parte sa che Giacomo vale, ma non vede ragione per sgomitareper farsi conoscere di più. Eun Aspetto radicato, con una certa solennità, e sa di proteggere una parte bambina timida e introversa. Troppa visibilità sarebbe pericolosa, e inutile: tanto Giacomo è bravo! E chi lo conosce lo sa!

Giacomo rientra al centro. Prendiamo un momento per separarci dallenergia, e Adriano si offre come volontario. Prende lesatta posizione, posturaGiacomo lo guarda e conferma: “è proprio così”. Giacomo conferma di conoscere bene la sua parte timida; lha già incontrata diverse volte. Lisetta si offre di andarla a occupare. Si siede per terra, vicino allAutoreferente, che la guarda dallalto con affetto protettivo. La bambina conferma: mi sento bene qui. Io non voglio essere vista troppo.

A questo punto chiedo chi vuole venire per la Visione Lucida, e Fulvio si offre. Einteressante come, subito dopo linserimento di questo rappresentante, Giacomo senta aprirsi lo spazio alla sua sinistra, come se ora ci fosse qualcuno lì che ha voglia di parlare.

Il sé che emerge fa un sospirone, come se finalmente si sentisse libero di parlare; in realtà, in questultimo anno, Giacomo ha cominciato a sentirne la presenza, anzi lo ha anche utilizzato rispetto ad alcuni episodi che avrebbero potuto essere depotenzianti, e che invece, grazie a questa energia maggiormente assertiva, si sono risolti felicemente. Questa energia si definisce un Guerriero positivo: vuole solo sostenere il desiderio di Giacomo di essere più visibile, perché lo merita. Lui ha un campo energetico più ampio, fluido e colorato rispetto allAutoreferente; si sente anche lui ben radicato, ma la sorgente della sua energia è nel terzo chakra, è unenergia radiante, di un bel giallo dorato, che delinea un territorio più vasto, ricco di potenzialità.

Torniamo al centro, e un altro rappresentante si offre: Nives, che prende la posizione in modo netto e preciso.

Giacomo si separa dallenergia e riconosce i vari episodi in cui laveva sentita e usata, forse senza rendersene completamente conto.

Ora, è arrivato il momento di inserire un rappresentante per la vulnerabilità protetta dal Guerriero. Qui è interessante notare alcune cose: a domanda precisa, il Guerriero aveva detto (sia direttamente con Giacomo che attraverso Nives) di non avere idea di che cosa stesse proteggendoera un percezione vaghissima, troppo lontana. Tuttavia, nel sistema che si sta configurando, questa energia non solo esiste, ma viene percepitainfatti è Lisetta, rappresentante della parte timida, che sussurraio lo so chi c’è lì. Io le sorrido, ma le segnalo di tacere, per dare modo allenergia di manifestarsi autonomamente. Chiedo anche allAutoreferente come si sente, mi conferma di esserci: a lui interessa la parte timida, non quella creativa

Intanto si offre Marcello, e va a sedersi dietro il Guerriero Positivo, rannicchiato. Ecompletamente chiuso in se stesso; con un braccio si afferra alla gamba del Guerriero, e piange. Sono chiuso qui da sempre! Intervisto, tramite il rappresentante, questo bambinosolo poche domande e molta connessione energetica. Eun bambino disperato, ma certamente pieno di vita!

Giacomo a questo punto ha come un sussulto, come se qualcosa stesse muovendosi dentrogli chiedo se vuole andare lui al posto di Marcello; Marcello si sposta ed entra Giacomo. Piange e ride, il bambino, felice di essere stato ritrovato. Era così vivace da piccolo! Così scatenato e pieno di vitalità! Non cera posto per lui, allora, nel sistema famigliare di Giacomo. Era pericoloso… è rimasto nascosto in cantinaFa alcune richiestePoi Giacomo ritorna al centro e Marcello ritorna a prendere il posto del bimbo, che ora è già molto più sereno.

Giacomo è scosso ma grato: questa energia era così potente, vitale, fisica, che allora non poteva darle spazio, con la mamma a lungo in ospedale e il babbo avvilito.

Prendiamo il tempo della sintesi della Visione Lucida.

Mi connetto ora con ogni rappresentante, e suggerisco le rotazioni tra parte primaria e bimbo timido, e tra parte emergente e bimbo vitale. Lo spostamento offre anche a Giacomo nuove intuizioni.

Dopo la chiusura, anche energetica, chiedo a ogni rappresentante, compreso Fulvio, come si sente. Ciascuno ha sentito vibrare i relativi temi e le relative energie, e oltre a essere stati di sostegno per Giacomo, hanno imparato molte cose su se stessi.

Riflessioni

Sono quasi due anni che sto sperimentando nei gruppi di formazione questa metodologia, e ho trovato che vi sono diversi elementi interessanti, non solo dal punto di vista metodologico ma anche da quello teorico.

1 La seduta interattiva (come altre tecniche che utilizzano la rappresentazione, per esempio dei sogni o degli schemi famigliari) è straordinariamente plasticanel mostrare i principi della Dinamica dei sé in azione. Rappresenta quindi non solo un momento esperienziale per tanti (i rappresentanti lavoranoanchessi con molta profondità) ma anche un momento didattico di particolare spessore.

2 Velocizza il processo, permettendo di mettere in campo energie ancora poco (o non) esplorate, in un contesto di sicurezza.

3 Fa sperimentare a tutti i rappresentanti, oltre che al Cliente, la realtà energetica dei sé interiori: in quanto schemi di energia, appartengono a tutti gli esseri umani e risuonano facilmente in ciascuno di noi.

4 Fa sperimentare come può essere facile identificarsi MA ANCHE disidentificarsi dai sé. Quando si effettuano le rotazioni, il passaggio da un sé allaltro avviene molto facilmente e fluidamente. E si tratta di aspetti opposti.

5 Una attenzione che abbiamo introdotto, tuttavia, a tutela del movimento psichico del rappresentante, è che il passaggio da un sé allaltro avviene con il passaggiodel rappresentante stesso dietro alla sedia su cui è seduto il cliente, che rappresenta lo spazio dellIo Cosciente; vi è quindi non solo la separazione dal sé, ma un momento allinterno dellenergia “non polarizzatache sta emergendo al centro. (Naturalmente è cura del Facilitatore cercare di mantenere questo spazio energetico).

6 Allena quindi (vedi punti 4 e 5) la capacità di sperimentare lo stato dellIo Cosciente sia per il Cliente che per i rappresentanti.

7 Mostra con chiarezza che anche i sé rinnegati proteggonoo meglio tentano di farlo, delle parti vulnerabili, molto più distanti dalla coscienza rispetto alle vulnerabilità “primarie”.

8 Il fatto che lintervista ai sé si concentri su aspetti più generali e meno biografici permette unesplorazione con un diverso respiro. Si possono avere cambiamenti energetici di grande rilevanza senza sapere praticamente nulla delle vicende più strettamente personali del Cliente: questo è un punto importante a mio avviso, che aiuta il processo di “salutogenesi” del Cliente e del gruppo.

Conclusioni

Eancora presto per trarre conclusioni ad ampio raggio, ma gli elementi che ho elencato nelle mie Riflessioni possono già fornire diversi spunti sia di applicazione che di approfondimento teorico. La Scuola, in questo senso, rappresenta un luogo privilegiato per portare avanti in modo sicuro questo tipo di lavoro: vi sono docenti con esperienza pluriennale, vi sono gli assistenti e il gruppo di allievi è un gruppo a lungo termine tre anni di lavoro insieme! Vi sono quindi tutti i presupposti per portare avanti questa metodologia in un contesto di sicurezza. Certamente lapplicazione della seduta interattiva, una volta appresa, potrà essere portata anche in altri ambiti, come per esempio nel coaching, dove un tale strumento potrebbe avere anche nuove applicazioni. Si tratta in ogni caso di una tecnica che richiede un facilitassero (counselor, coach) esperto sia del lavoro individuale che di quello di gruppo.

Franca Errani

1 J’aime ha sviluppato questa tecnica durante il suo insegnamento in Tailandia, dove era l’unica trainer e non aveva assistenti per svolgere le sedute “classiche”.

2 L’aspetto archetipale di un sé può essere attivato anche con le sedute di “stretching”, per le quali rimando al relativo articolo. 

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