Il tema delle domande è centrale nel counseling, coaching e in generale in tutti i tipi di relazione di aiuto.
Anche quando si usano i Tarot…
Chiamo “arte” la capacità di farsi e fare le domande giuste – che sia tramite il Tarot o con altri metodi – perché l’arte include un mix di capacità naturali, competenze da apprendere, sensibilità e intuizione. L’arte è un processo che non finisce mai, e l’artista lo sa e ama “giocare” con sé stesso, affinando la sua arte ma senza sentirsi per questo “incompiuto”.
Il Tarot ti confronta con la ricerca del significato, quindi le domande che fai sono importanti per te. A volte, si parte con domande che restano alla “superficie” del significato. Capita a tutti di farne o di sentirsene fare, e nel mondo dei tarocchi è ancora più facile perché la tentazione di avere risposte facili sbirciando nel futuro è sempre presente. In questo senso le classiche domande del tipo “troverò un fidanzato/a?” “quando mi sposerò?” sono domande-tentazione, ma non considerarle stupide, per favore. Di certo, se restano su questo livello, non portano da nessuna parte. Però dentro vibra un tema vitale, giusto? Se te le stai facendo, o se la persona davanti a te le sta ponendo, di certo tiene tantissimo a questo risultato. Ma occorre rivederle da altri punti di vista, che offrano nuove risorse e scavino più profondamente su questo bisogno-desiderio.
Per esempio, potresti chiederti:
- perché finora non sono riuscita a trovare la persona “giusta”?
- cosa significa “persona giusta” per me?
- come devo “diventare”, io, affinché la persona con le qualità che sogno si accorga di me?
- come sto vivendo la mia solitudine?
- ci sono dei vantaggi, nella mia solitudine, che non vedo perché sono così protesa alla ricerca dell’altro?
- e se l’altro arrivasse, sarei pronta a rinunciare ai vantaggi della mia solitudine?
- quali vantaggi mi offrirebbe la relazione con l’altro che non ho restando solo? E quali svantaggi?
Come vedi le domande che emergono quando sposto il punto di potere dal mondo esterno (voglio il fidanzato, il matrimonio – là fuori – per realizzarmi) al mio mondo interno, letteralmente lo sto recuperando, il punto di potere, perché per definizione “là fuori” non è nel mio controllo!
Il punto di potere
Questa è, a ben vedere, il punto focale della Nuova Tarologia: riportare il punto di potere là dove è, dentro noi stessi. E’ qui che possiamo scoprire i nostri punti deboli e le nostre risorse, le convinzioni che ci frenano e quelle che possono invece stimolarci perché sempre più ci avviciniamo alla nostra verità. In fondo lo sappiamo, che la nostra verità si trova dentro di noi, e il Tarot che si muove lungo questa direttrice è senz’altro potenziante e arricchente, anche se non ti sta dando la tanto desiderata risposta: Sì! Lo troverai! Sì! Ti sposerai…
E le risposte? Mi chiederai.
Le risposte che ti dai o che ricevi, che impatto hanno?
Questo punto riguarda in particolare te come cliente – con un consulente di tarocchi ma anche con un counselor o altra figura professionale – perché il tema della risposta è presente in ogni consulenza.
Le risposte (e le domande) che hai ricevuto ti hanno aiutato a conoscere nuove risorse dentro di te?
Se hanno “scosso” le tue convinzioni, riesci a mettere in moto un processo di revisione di esse, per aprirti a convinzioni più valide per te, più ampie?
Ti senti “ok” verso te stesso?
Ti senti aiutato a comprendere il significato di quanto hai smosso, che magari si riverbera anche in altre aree della tua vita?
Al di là del momentaneo disagio (ci può essere) ti senti potenziata da quello che sai, ora, di poter fare o essere?
Ti hanno fatto suonare un “campanello” dentro che ti dice – sì è proprio così – anche se magari è scomodo?
Domande potenzianti
Avrai chiaro che le domande sul cosa dobbiamo imparare o come possiamo cambiare sono potenzianti per la loro stessa natura. Nessun altro può dircelo, e nessuno può leggere il futuro, che è in costante divenire, legato al presente da ciò che noi, nel presente, stiamo mettendo in moto (magari proprio attraverso la giusta domanda!).
Le domande di questo tipo aiutano non solo a comprendere il senso di qualcosa di sgradevole che ci è accaduto – è in genere quando ci accade qualcosa di sgradevole che abbiamo il desiderio di capirci qualcosa di più! – ma anche quando le cose vanno bene! Ma come, mi potresti chiedere, se tutto è andato bene perché mai devo stare lì a interrogare il Tarot? Non basta andare a celebrare nel modo che mi piace, con un bel calice di prosecco o un ringraziamento a Chi di dovere? Personalmente penso che interrogarsi anche quando le cose vanno bene ci mantiene elastici, aperti a ciò che arriva, meno attaccati al risultato e capaci di attirare nuove possibilità in modo più facile e leggero.
Lo dice bene Strephon Kaplan Williams nel suo Manuale di Interpretazione dei Sogni, in un paragrafo intitolato “Usate il diario per farvi le giuste domande”:
“E’ più importante porre la domanda giusta che ricevere la risposta giusta.
La domanda è la risposta centrale alla vita. La domanda è un grande mistero che schiude possibilità e dà la libertà di scegliere. Impedisce la chiusura definitiva e afferma, quindi, la vita.
Quando state per dare una risposta a qualcuno, vedete se potete trasformare la vostra reazione in una domanda e sperimentate ciò che accade.
La giusta risposta a una domanda è una reazione, non una risposta. Raramente le risposte soddisfano le domande.
Quante più domande su noi stessi e sulla vita ci poniamo, tanto meglio sarà per noi. Quando siamo angustiati da un dilemma, poniamo domande, non cerchiamo risposte.
Le domande creano la coscienza, le risposte la limitano.
Lasciate che la vita si concluda con una domanda, con un mistero, e non con una risposta”.
…….
Quale sarà la tua prossima domanda?
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Franca Errani
NOTA: questo articolo è estratto dal libro che sto scrivendo sul Tarot nel Counseling e Affini.
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