Quando scendo allo stagno ad abbeverarmi e le altre creature si scostano e l’aria è calda e piena di odori, a volte nell’acqua torbida intravvedo le immagini pallide che arrivano quando dormo, nelle calde ore diurne, sotto il cielo azzurro e fastidioso.
Non amo quelle creature che tormentano i miei sonni, altrimenti piacevoli e lunghi, specie dopo un pasto abbondante, di quelli che capitano solo con certe cacce fortunate.
Nel sonno, io vedo la creatura, in genere è bianca e pallida e piena di paura davanti a me, allora io ruggisco per infondergli coraggio, perché non ho alcuna intenzione di mangiare un Umano che, come tutti sanno nella Savana, ha un gusto molto peggiore delle antilopi o delle zebre. Vi sono tantissime ragioni per non mangiar un Umano, e io le conosco tutte, fin da quando ero cucciolo e mia madre e le altre leonesse lo spiegavano fino alla noia, con tutto il lungo elenco delle disgrazie che possono accadere a noi Leoni e a tutti gli altri animali della Savana e della Giungla.
Quindi, il mio balzo verso l’Umano e il mio ruggito sono molto chiari, ma lui mi fissa con occhi terrorizzati e inizia a fuggire pieno di paura, con quell’odore terribile che fa la paura umana e che è diversa da quella saporita della caccia. Così lo inseguo, perché deve capire, che se solo avesse un poco più di Coraggio non farebbe quella strana puzza di paura, e potrebbe essere anche lui il Re della sua Savana. Inseguirlo a volte mi costa un sacco di fatica, perché mi ritrovo in posti strani, dove il terreno è coperto da un ruvido strato grigio, e attorno vi sono le loro tane, degli Umani, che sono alte come baobab e grigie e cupe come caverne, ma vanno in alto come le montagne e non giù come le grotte. Allora ruggisco più forte, raspo anche alla porta che l’Umano ha chiuso per evitarmi, ma io vorrei entrare e farla finita una volta per tutte. A volte questi umani, nei miei sonni, sono maschi, a volte sono femmine, e queste urlano ancora di più e strillano, e corrono guardandosi indietro, e questa cosa mi confonde e mi fa arrabbiare. Il mio cuore rosso batte forte e il sangue circola come se stessi galoppando nella Savana. Tento ruggendo di insegnargli la Legge, la Legge del Fuoco e dell’Aria, la Legge del Cuore che Salta, ma ogni mio tentativo è faticoso e vano.
Poi durante un sonno più lungo degli altri, in una giornata così calda e secca che aveva fatto zittire perfino gli insetti, ho sognato una Cucciola, di Umano, intendo. Anche lei, come tutti gli altri, si è spaventata vedendomi, si capiva perché tremava, allora io ho fatto il più alto e forte Ruggito Rassicurante, eccomi qui, le ho detto, e lei… anziché fuggire, si è fermata e mi ha offerto un’enorme fetta di carne! Io non avevo fame, sazio com’ero dalla caccia di due giorni prima dove mi ero abbuffato, prima del branco delle mie leonesse, fino allo sfinimento – ma altrettanto era rimasto anche per le femmine e i cuccioli! Insomma, solo per cortesia ho steso la zampa e attirato il pezzo di carne sanguinolenta verso di me. Non mi era mai successo, che un Umano mi facesse una tale offerta! La Cucciola si era rassicurata e seduta davanti a me, la carne in mezzo, e anch’io mi sono accucciato, e le ho fatto un bel Ruggito di Ringraziamento, lei ha dondolato avanti e indietro e… ha sorriso! Mi ha detto che ha bisogno di me, che a scuola (non ho capito subito che cosa è) ha paura della maestra, specie per la matematica e la biologia, e che ha bisogno di più Coraggio. Che sa che io ho coraggio, che un antico Re si chiamava Riccardo Cuor di Leone, lei lo aveva studiato sempre a scuola, che ho capito è come il nostro raduno dei cuccioli attorno alle madri, quando spiegano tutte le Leggi della Savana e tutte le Parole Segrete e tutti i Trucchi degli Antichi. La Cucciola aveva la criniera giallo chiara tutta legata in filaccini e gli occhi color del cielo di quelle giornate così calde che non sopporto. Piccola era ma senza un filo di quell’odore pungente di paura umana che mi si strozza in gola. A un certo punto si è alzata, ha aggirato la carne ed è venuta vicino a me, a toccarmi la Criniera. Poi si è messa a ridere allegra e io ho ruggito così forte che mi sono svegliato. Era ormai sera e l’aria si era rinfrescata e la Legge della Notte stava per iniziare.
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