Riscopro dopo ogni seduta di Voice Dialogue il valore di questo strumento, che aiuta la consapevolezza, in un percorso che io definisco “meditazione a cielo aperto”, come ritengo siano anche le Costellazioni familiari di Bert Hellinger. Ringrazio spesso l’Esistenza di avermi fatto incontrare questi metodi, così vicini al mio modo di sentire e capire.
Esistono molti strumenti per lavorare su se stessi, per crescere e fare educazione, e quello che vedo nel Voice Dialogue e che ad altre scuole manca, secondo me, è il fatto che non ci si può mentire e la luce della consapevolezza entra portando forza, chiarezza e grazia, rispettando la sensibilità del cliente.
Durante gli incontri con i counselor ho scoperto che certe mie parti sono meno importanti di quanto pensassi, che alcuni miei aspetti rinnegati possono essere accettati se riconosciuti e, se onorati, avverto con stupore una nuova vitalità, emozionante e significativa.
Ciò che si sta stagliando sullo sfondo del mio essere, seduta dopo seduta, è una presa di consapevolezza che alberga in spazi di stupore più intensi, come se la prigione in fin dei conti c’è, ma io ho la chiave, anzi meglio, è come avere le inferriate alle finestre di casa che non è una prigione, ma una casa più sicura !
“Kaizen” dicono in Giappone, “piccoli passi”, questo è il Dialogo delle Voci, “kaizen”, lasciamo che ogni io ci dica che c’è, cosa sente e lasciamo che esprima il suo punto di vista, che parli e come diceva Carmelo Bene “…e allora parla, parla, parla piccolo Mosè, parla!!!” Ah ah ah.
Vedere la propria ferita originaria, attraverso le voci, attualizza la consapevolezza di essere proprio lì in quel momento, accende la luce della presenza nel processo, e se prima c’era solo uno “sto male” cieco…adesso emerge un dolore compreso che con il tempo si stempera…
Siamo esseri umani e siamo parlati, detti da tante voci, cori, a volte sibili incomprensibili o grida di dolore, ma sempre voci che nascono da una innocenza stupita originaria, che ci accompagna in tutti gli stati della coscienza. Seguire la luce va di pari passo con l’accettazione delle voci che siamo.
Un’esperienza che mi ha sorpreso è la sensibilità dei sé, nei termini della suscettibilità, direi permalosità. In una seduta tra allievi, la facilitatrice inesperta ha gestito malamente alcuni passaggi, così in un attimo di “distrazione” ho sentito come un coltello che mi feriva. A volte una frase mal posta, una battuta o un sorriso mal disposto nella seduta fa sparire il sé immediatamente.
La nostra parte vulnerabile assomiglia un po’ ai mafiosi siciliani quando si arrabbiano “tu facesti questo ammiaaaaaaa ! Maiii !”…portano rancore, esagerati, neanche gli avessi trombato la moglie! Eppure il bruciore lo sento ancora adesso…
E’ stato veramente sorprendente, come indicò anche Franca: “usare la massima sensibilità è un processo che si perfeziona con l’esercizio, si impara strada facendo”.
Sento in modo sempre più chiaro il mio “ruolo”, il gioco delle voci che ostacolavano le mie scelte con suadenze da sirene si sta quietando, e sento sempre più forza nel vivere con ciò che c’è. Ho più determinazione di quello che pensavo e se faccio scelte radicali, accolgo le conseguenze con minore difficoltà. Per me, questo è il coraggio.
Sono insegnante di yoga e di meditazione, ruolo spesso caricato di significati e di immagini fuorvianti, a volte esotiche, a volte infantili fantasie, come se l’Esistenza di per se stessa non fosse già abbastanza incomprensibile. Esistere è il Miracolo dei miracoli !
Il pittore Giorgio Morandi diceva “non vi è nulla di più surreale della realtà”. E’ vero, ma, purtroppo, il condizionamento culturale è forte ed è presente e di questo fardello si fanno carico moltissimi ricercatori spirituali, che si nascondono dietro un sofisticato esoterismo New Age per non accettare che la vera ricerca fa i conti con la miseria umana e non con quella degli Dei !
Da questo equivoco, il Dialogo delle Voci è sfuggito fin da subito, geniale per me, orientando l’attenzione direttamente verso la Consapevolezza, onorando in un abbraccio amoroso tutti i sé che ci abitano, senza esclusione, e dando loro voce attraverso la mediazione del simpaticissimo Io consapevole… sembra facile, no ?!
Spesso mi ripeto“Giuseppe ormai sei nato, non puoi più nasconderti…”, ma da chi poi ti nascondi ? Boooooh. Un “non so” originario mi invade, e guidato dalla meraviglia di esserci io e i miei sé scoppiamo a ridere… non tutti ovviamente… ma va bene così.
L’io consapevole ama ridere un casino !
Ah ah ah…ah ah ah…
Ommmmmmmm….
Due parole su di me: Giuseppe sta studiando per diventare Counselor indirizzo Voice Dialogue, ama profondamente tutto ciò che permette di accrescere la consapevolezza e dice spesso : “…se non posso ballare, ridere e meditare non parteciperò alla tua rivoluzione!”.
Ama fare yoga, che insegna, legge poesie, testi di filosofia esistenziale e fisica quantistica. Adora il comico e il riso (è insegnante di Yoga della risata). E’ consapevole del non senso della vita che lo stupisce sia nell’inspiro che nell’espiro! Infine, ma non per ultima, ha una paura terribile della morte e della sofferenza, ma sta cercando di raggiungere il Nirvana per superare questo problema…
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