Questa Appendice (alla versione italiana del libro – “TU & IO” – nuova edizione Xenia) presenta la terminologia del Voice Dialogue raggruppata secondo classi omogenee per aiutare l’approfondimento non solo del lessico specifico del Dialogo, ma anche delle connessioni logiche tra i suoi diversi argomenti..
A questo scopo ho preferito utilizzare un ordine ragionato anziché alfabetico. Si possono, quindi, ritrovare termini che non sono usati in “Tu & io”, ma che fanno parte del quadro teorico ed esperienziale del Voice Dialogue.
Terminologia generale
Dinamica dei sé. Quadro teorico che studia le polarità in gioco nella dinamica psichica ed energetica intrapersonale e interpersonale. In questa teoria lo sviluppo dei sé (o subpersonalità) primari e rinnegati provoca il gioco della proiezione, del giudizio e della scelta automatica.
Psicologia dell’ego consapevole. Ingloba la dinamica dei sé e accentua il ruolo dell’ego consapevole, che può sostenere la tensione tra le polarità. Lo sviluppo dell’ego consapevole permette la trasformazione, ci apre a nuovi modi di vivere, a una maggiore capacità di scelta, a una spiritualità che sa andare al di là della dualità.
Voice Dialogue: tecnica che permette di sperimentare e conoscere le subpersonalità in modo sicuro e protetto, attraverso la guida di un facilitatore o Counselor
Il modello intrapsichico
Principio yin-yang. L’energia psichica fluisce sempre tra due polarità, come ricettivo/attivo, potere/vulnerabilità, femminile/maschile… La dinamica naturale della psiche e dell’esistenza fluisce tra gli opposti.
Polarità, opposti. Ogni schema psichico/energetico è in relazione con uno o più schemi opposti, ad es. responsabile/irresponsabile, attivo/passivo, estroverso/introverso. Nel processo di crescita privilegiamo alcuni di essi a discapito degli opposti. La scelta è precoce e inconscia.
I sé (o Aspetti, o Parti). Le numerose strutture di comportamento che coabitano nella personalità. I termini schema o aspetto energetico, parte, voce, subpersonalità sono sinonimi. Dietro al vissuto personale del soggetto, i sé rivelano una connessione con gli archetipi: ad es. dietro il sé di controllo si può risalire al Saturno archetipico. Quello che differenzia la psicologia dei sé da altre correnti che utilizzano il concetto di sub-personalità, è che qui i sé sono considerati reali, autonomi e indipendenti, e come tali trattati e onorati.
Vedi: Identificazione. Separazione. Canalizzare. Stretching. Archetipi.
Sé primari. Gli aspetti che dominano nella personalità. Si sono sviluppati per aiutarci a sopravvivere e “guidano l’auto al nostro posto”. I sé primari formano una “inner family” che si è modellata grazie alla famiglia di origine, gli amici, gli insegnanti, chiunque abbia avuto influenza su di noi. Nel Voice Dialogue i sé primari vengono trattati con rispetto, con la consapevolezza che hanno avuto una funzione di protezione e sostegno durante la crescita. Viene onorata la loro “seniority” e viene chiesto il loro permesso per accedere ai sé rinnegati. In tal modo il processo di ampliamento psichico è sicuro e permanente.
I sé primari possono cambiare nel corso della vita e vi possono essere raggruppamenti di sé primari diversi in diversi ambienti (ad es. la donna di successo, che nel lavoro è impersonale e sicura di sé, diventa vulnerabile o si trasforma in vittima nella relazione con l’uomo).
Vedi: Vulnerabilità.
Sé rinnegati. Le polarità opposte ai sé primari. Non hanno il diritto di esprimersi ma sono attivi a nostra insaputa, in modi talvolta distruttivi. I sé primari spendono molta energia per continuare a respingerli nell’inconscio. I sé rinnegati si possono manifestare nei sogni, nella malattia, in occasione di incidenti, nel giudizio positivo e negativo verso gli altri.
Vedi: Proiezione, Giudizio.
Sé non sviluppati. Gli aspetti energetici, o gli archetipi, che sono presenti in una persona ma che non hanno avuto l’occasione di essere attivati. Non vi è perdita energetica per tenerli “in disparte”: semplicemente, questi sé non hanno ancora avuto possibilità di attivazione (ad es. il sé madre in una giovane donna).
Ego consapevole. E’ un processo (non uno stato o entità) che può contenere gli opposti senza giudicarli: ad es. il sé genitore e il sé bambino vulnerabile; l’attivista e il sé pigro; la mente razionale e il sognatore; l’energia del fare e quella dell’essere. Un ego consapevole può scegliere in modo più ampio quanto più si apre a nuove polarità; in tale processo l’ego consapevole cresce in relazione alla coppia di polarità che vengono esplorate. Saremo sempre un “insieme” di ego consapevole e di ego operativo. L’ego consapevole può “tenere un braccio attorno a entrambe le polarità” e “non vi è reale scelta fino a che non si è in contatto con gli opposti”.
Vedi: Ego Operativo.
Ego operativo. Insieme dei sé primari con i quali ci identifichiamo. E’ l'”ego” così come è definito abitualmente, la funzione esecutiva della psiche in psicologia, la “bestia nera” delle dottrine spirituali. L’ego operativo permette solo le scelte automatiche fatte dai sé primari che lo costituiscono e in tal senso non offre una reale capacità di decisione.
Visione Lucida. Stato di osservazione senza giudizio, scopo o desiderio particolare. Il concetto di visione lucida è utilizzato da molte tradizioni spirituali orientali e occidentali. La realtà energetica della visione lucida è diversa da quella dei sé con i quali può essere confusa, ad es. il sé supervisore, il controllore o la mente razionale. La differenza diventa percepibile con l’avanzare dell’esperienza. La visione lucida cresce più rapidamente dell’ego consapevole; attraverso di essa abbiamo coscienza delle polarità in gioco. Tuttavia la visione lucida non è in grado di agire: è uno stato dell’essere, il testimone distaccato. La scelta e la successiva, coerente capacità di azione sono frutto dell’ego consapevole, che può sostenere la tensione degli opposti fino a che una nuova capacità decisionale comincia ad emergere, portando nuove idee e soluzioni non sperimentabili prima.
Consapevolezza. Non è uno stato, ma un processo che comprende tre elementi: esperienza dei sé, visione lucida e ego consapevole. E’ questo processo che permette la trasformazione, lo sviluppo sereno della capacità di scelta, senza farci sentire “sbagliati”.
Vedi: Trasformazione.
Il linguaggio psicologico
Impronta psichica. Ogni essere umano ha una propria “impronta genetica psichica”. Anche se gli elementi costitutivi della psiche sono universali e quindi potenzialmente presenti in ogni essere umano, ognuno ha una particolare impronta che costituisce la sua unicità, la sua particolare vibrazione.
Vulnerabilità, Bambino Vulnerabile. Nella visione del Voice Dialogue l’attivazione dei sé primari avviene in maniera energetica e preverbale dai primi mesi di vita, per proteggere l’esperienza fondamentale di ogni bambino: una sensazione di grande vulnerabilità. In questo contesto, vulnerabilità vuol dire la capacità di sentire in modo aperto e totale tutta la nostra gamma emotiva. Questa estrema sensibilità è facilmente feribile e i sé primari si costellano attorno al Bambino Vulnerabile per proteggerlo, finendo tuttavia per seppellirlo nell’inconscio. La separazione dai sé primari riporta a galla sentimenti di vulnerabilità che devono essere protetti in modo diverso. A poco a poco l’ego consapevole può tenere un braccio attorno alla vulnerabilità e una attorno alpotere. Si parla in questo caso di “vulnerabilità potenziata” (empowered vulnerability).
Viceversa, l’identificazione con le parti vulnerabili, con i sé bambini, rinnegando le parti di potere, porta il rischio di diventare vittima degli altri.
Nel modello del Voice Dialogue il Bambino è e resterà sempre tale: come schema d’energia archetipico fa parte della nostra eredità di esseri umani. Possiamo imparare ad accoglierlo, proteggerlo e abbracciarlo in modo diverso. Il Bambino è la parte più vicina all’essenza e come tale porta vivo il ricordo della nostra impronta psichica.
Vedi: Potere. Identificazione. Separazione.
Potere, sé di potere. Le parti che mirano ad affermare la nostra presenza nel mondo. Vi sono diversi sé che gestiscono il potere: il controllo, la mente razionale, il potere di agire, l’ambizione, l’attivista, i sé genitoriali, l’arrivista, il vincitore, lo stratega… Quasi tutti hanno una caratteristica in comune: non sanno creare connessionee quindi non sanno vivere l’intimità. Sono tuttavia importanti per vivere nel mondo reale. In questo modello, il vero potere naturale (potenziamento, empowerment) nasce dall’ego consapevole, che può essere in contatto siacon gli aspetti di potere che con quelli vulnerabili.
Vedi: Connessione.
Identificazione. Processo naturale che attiva e rafforza alcune parti di noi, durante la crescita, per adesione o ribellione ai modelli famigliari e sociali. Poiché è inconscia, l’identificazione diventa riconoscibile grazie alla separazione dai sé primari. Le reazioni altrui, i nostri e i loro giudizi possono farci capire con quali sé siamo identificati.
Proiezione. I sé rinnegati rimangono inconsci e sono automaticamente proiettati su un’altra persona o su un oggetto esterno: la realtà diventa lo schermo sul quale le immagini interiori diventano sperimentabili, osservabili e conoscibili. Le proiezioni agiscono come un ponte che si estende fuori di noi per incontrare gli altri. Finché resta inconscia, tuttavia, la proiezione, assieme al giudizio, non è utilizzabile come strumento di autoconoscenza.
Vedi: Giudizio. Dinamiche di vincolo.
Giudizio. Movimento interiore, fortemente colorato di emozioni, con il quale “teniamo a distanza” i sé rinnegati che proiettiamo sugli altri. Le persone che fanno scattare il giudizio negativo o l’ammirazione intensa presentano aspetti che sono espressione diretta dei nostri sé rinnegati. In tal senso il giudizio è lo strumento che ci aiuta a cogliere le parti di noi che non vogliamo vedere. Quanto più forte e colorato intensamente è il giudizio, tanto maggiore è il rinnego verso l’aspetto che giudichiamo. Un ego consapevole può sperimentare i sé opposti e scegliere, usando il discernimento e non il giudizio. “Un ego consapevole può essere selettivo in ciò che fa alla fine con queste diverse energie. Non può essere selettivo riguardo alla sua volontà di abbracciarle tutte. La scelta sta nella successiva azione che ne risulta, non nell’accogliere. Abbracciare una parte non significa diventare questa parte”.
Separazione da un sé. Nella seduta di Voice Dialogue ogni sé viene “intervistato” dal facilitatore facendo spostare il soggetto in una posizione diversa da quella di inizio e fine seduta. L’intervista al sé segue alcune semplici ma importanti regole di sicurezza. Il ritorno alla posizione iniziale, guidata dalle istruzioni del facilitatore e dall’attenzione alle variazioni energetiche, aiuta il soggetto a separarsi da quel sé e a radicare un nuovo stato di coscienza che definiamo ego consapevole in relazione a quel determinato sé. L’esperienza di separazione da un sé può essere più o meno intensa e offre nuove prospettive, una sensazione di spazio, a volte un calo energetico (se la separazione riguarda sé molto attivi e tesi), una sensazione di pace e respiro più ampio.
Vedi: Canalizzare.
Counselor/ o Facilitatore. Persona in grado di gestire una seduta di Voice Dialogue, che è prima di tutto esperienziale. Il facilitatore deve, perciò, essere e restare coinvolto nel proprio processo di facilitazione personale.
Archetipi. Jung ha definito con questo termine gli schemi di comportamento istintivi della psiche, le energie universali contenute nell’inconscio collettivo e dunque comuni a tutta l’umanità in tutti i tempi. Ognuno di noi porta a livello potenziale, nella psiche e nell’inconscio, tutti gli archetipi. Queste energie influenzano le nostre azioni: miti, favole, immagini e sogni sono espressioni archetipiche. Alcuni esempi sono il Salvatore, il Fanciullo Divino, il Vecchio Saggio, il Briccone, la Madre, l’Eroe, la Seduttrice, l’Amante, l’Uomo e la Donna Selvatici…
Ci si può avvicinare ad essi anche con la mitologia greca. Gli Dei e le Dee dell’Olimpo possono essere visti come rappresentazioni archetipiche: Apollo incarna l’ordine, l’intelletto, la razionalità; Dioniso rappresenta l’estasi, il lasciare andare; Demetra e Persefone costellano la Madre e la Figlia archetipiche; Afrodite rappresenta la sensualità, la bellezza e l’amore… Nell’ambito della psicologia junghiana il concetto di “psiche politeistica” è ampliato e sviluppato da diversi Autori (J. Hillman, G. Paris, J. Bolen, C. Risè..).
L’energia archetipica può essere molto potente ma anche devastante: se una persona si identifica con un archetipo, si ha quella che viene definita “inflazione” dell’io.
A mano a mano che il lavoro si approfondisce, le energie archetipiche si mostrano più spesso con esperienze che evidenziano le qualità universali dell’archetipo, al di là di quelle personali. Il Voice Dialogue permette che questa esplorazione avvenga in modo sicuro, perché favorisce il radicamento di un ego consapevole in grado di gestire l’esperienza. Il processo della visione lucida favorisce la disidentificazione dall’esperienza.
Vedi: Stretching.
Trasformazione, Psicologia della Trasformazione. Cambiamento che porta a una modificazione non superficiale e duratura, in una persona, gruppo o cultura. La trasformazione riflette la natura essenziale della realtà, in costante cambiamento, e permette all’organismo di partecipare in modo più pieno alla vita, in un contesto allargato. Il processo della trasformazione è diverso dalla trasmutazione o trascendenza, molto in voga negli ambienti spirituali. La trasmutazione (o sublimazione) vuole cambiare gli schemi psico-energetici “indesiderabili” in forme più “elevate”. Nel Voice Dialogue, la ricerca di trasmutazione è considerata pericolosa: ogni polarità non desiderata, se ricacciata nell’inconscio, crea molto danno, non permettendo una vera trasformazione psichica. La trasformazione avviene imparando ad abbracciare ogni sé, per come è. Solo un ego consapevole è in grado di sostenere questo tipo di impegno. Usando il linguaggio “politeistico”, dobbiamo onorare tutti gli Dei e le Dee che abitano dentro di noi, anche se ogni persona avrà le sue preferenze.
Il linguaggio energetico
Energia, campi energetici. Il concetto di campi energetici entra nel Voice Dialogue grazie all’incontro con le arti marziali e alla collaborazione tra Hal Stone, Larry Novick (insegnante di Aikido e psicoterapeuta), e Robert Stamboliev (psicoterapeuta, esperto di Tai-Chi). Con gli anni, l’aspetto energetico è stato sempre più applicato al dominio psicologico, con lo studio dei sistemi d’energia collegati alle strutture della personalità, acquisendo sempre più importanza nell’esperienza della seduta. I campi energetici rappresentano una realtà sottile e invisibile, ma fondamentale nella comunicazione tra le persone. Quando non ne siamo consapevoli, gestiamo la nostra energia in modo automatico: ad es. in mezzo alla gente, contraiamo il campo; vicino a persone amiche, lo espandiamo.
Finché resta inconscio, questo meccanismo può creare sensazioni di vicinanza accogliente o disagio, senso di invasione o di abbandono. La realtà dei campi d’energia è diversa dai sé. Alcuni sé possono essere “canalizzati”attraverso energie diverse: ad es. il sé madre o padre può essere attivato attraverso un campo di energia personale o impersonale; altri sé sono invece più legati ad un campo specifico: ad es. i sé mentali sono canalizzati attraverso l’impersonale. Il principio fondamentale alla base del lavoro energetico è “L’energia segue il pensiero”: questo significa che è possibile imparare a gestire i campi energetici in modo consapevole.
Vedi: Connessione energetica. Energia personale/ impersonale. Energia dell’essere/del fare. Canalizzare. Induzione. Risonanza.
Energia personale/impersonale. Il personale/impersonale può essere visto come un continuum di energia che va da una vibrazione calda, accogliente, aperta, empatica e percettiva ad una più fresca o fredda, contenuta, autoreferente, non colorata emotivamente, fino alla chiusura totale (“impersonale ritirato”). Il flusso di energia personale e impersonale colora le relazioni. Normalmente alla donna viene insegnato ad essere più personale, mentre dall’uomo ci si aspetta un comportamento più impersonale. Si tratta di condizionamenti culturali e sociali; in realtà ogni essere umano è capace di utilizzare entrambe le energie, aprendo o chiudendo il proprio campo. Finché questa realtà resta inconscia, non vi è reale possibilità di scelta.
Energia del fare, dell’essere. Fare ed essere possono essere visti come il continuum che va dalla vibrazione molto eccitante e ad alta frequenza del fare a quella rilassata, silenziosa e profonda dell’essere. Vi sono sé che si attivano solo in un determinato campo, come ad esempio il sé attivista o il perfezionista; altri sé possono “scorrere” nel continuum fare/essere, come, ad esempio, il Bambino. I sé legati al fare sono poco in contatto con il corpo fisico e i suoi bisogni, sono orientati ad uno scopo e focalizzati; i sé legati all’essere sono in contatto con il corpo, con il sentire, sono una via di accesso alle energie spirituali, permettono intimità e contatto con la natura.
Connessione energetica. Ogni tipo di collegamento energetico attraverso i sé, o gruppi di sé, o attraverso l’ego consapevole. Quando avviene attraverso i sé, la connessione è in genere automatica e inconscia, e può generaredinamiche di vincolo positive o negative. Ad es. la donna di tipo sentimento, con un campo energetico aperto e personale, che quindi vuole e desidera la connessione, sposata ad un uomo razionale, con un campo impersonale e chiuso, che spesso si sente invaso dall’energia di lei. Quando la dinamica energetica è inconscia, la donna è identificata con l’energia personale e l’uomo con quella impersonale, senza scelta per entrambi. Se le due persone si separano dai sé primari e diventano consapevoli della polarità personale/impersonale, è possibile creare una connessione attraverso l’ego consapevole, vivendo un’esperienza più profonda, arricchente e potenziante, che permette un nuovo tipo di intimità.
Vedi: Dinamiche di Vincolo.
Induzione e risonanza energetica (Induction and resonance). In campo fisico l’induzione è il processo grazie al quale un corpo avente proprietà elettriche o magnetiche produce del magnetismo, una carica elettrica o una forza elettromotrice in un corpo vicino, senza che vi sia contatto tra i due. Risonanza: amplificazione e prolungamento di un suono per riflessione o per la vibrazione propria di altri corpi.
In senso psico-energetico, ogni sé vibra secondo una particolare energia, come un accordo musicale rispetto al quale gli altri possono avere reazioni positive o di rifiuto. Ad es. se una persona attiva la nota del sé giocoso, gli altri intorno possono risuonare della stessa energia e reagire in due modi: se il loro sé primario è a proprio agio con “il gioco”, saranno scherzose (ci sarà stata “induzione”); se i loro sé primari si sentono a disagio con il gioco, bloccheranno l’energia giocosa, forse giudicando negativamente la persona scherzosa.
Nel Voice Dialogue la capacità di indurre l’energia di un sé o di risuonare con essa è ciò che lo rende un metodo vitale, efficace, efficiente ed è alla base del lavoro del facilitatore. Si tratta di un’operazione delicata che richiede esperienza e sensibilità, perché indurre un’energia in modo troppo intenso può creare disagio e attivare nel soggetto il sé opposto.
Canalizzare. Questo termine si è diffuso negli ultimi anni in campo spirituale, dove viene usato per indicare il dialogo con entità spirituali, spiriti guida o angeli, che si svolge in genere con la mediazione di una persona che ha sviluppato la capacità di essere un “canale” per questo tipo di energie. Il “channeler” resta consapevole di quanto avviene ed in questo è diverso dal medium, che in genere perde la coscienza di sé e non ricorda cosa è stato detto durante l’incontro.
Nel Voice Dialogue il termine “canalizzare” ha un significato molto diverso. Si riferisce alla capacità di invitare i diversi sé e energie attraverso l’ego consapevole. Una volta attivato il processo di separazione dai sé, è importante insegnare a canalizzarli attraverso l’ego consapevole. Questa parte del lavoro è molto delicata ed è uno dei momenti più importanti per radicare l’esperienza dell’ego consapevole, che sempre più diventa il punto di riferimento per i diversi sé.
Stretching. Tecnica avanzata di facilitazione che approfondisce l’esperienza di un sé, “tirandolo” energeticamente verso livelli meno personali, sempre all’interno dello stesso schema d’energia. Ad esempio un sé può manifestarsi inizialmente come l’aspetto sentimentale del soggetto e, se la situazione lo permette, lo stretching può portarlo verso livelli più transpersonali, fino ad arrivare alla vibrazione dell’Amore. Lo stretching permette di cogliere l’aspetto d’essenza di ogni sé.
Il modello interpersonale
Dinamiche di vincolo. Schemi di dinamica relazionale tra due persone, dove diversi sé si attivano in modo automatico nell’uno e nell’altro, connessi da uno schema di potere/vulnerabilità: ad es. il sé “genitore amorevole” di una persona si connette con il sé “figlio nel bisogno” dell’altra persona.
Le dinamiche di vincolo sono processi normali e naturali; quando sono “positive”, danno una sensazione di nutrimento e accudimento molto piacevole, ma in realtà bloccano vitalità ed energia, perché si basano sul rinnego delle reazioni negative e sul mantenimento della relazione entro schemi rassicuranti. E’ inevitabile che una dinamica positiva nel tempo degeneri in una “negativa”, che porta con sé una grande sofferenza.
Con il radicamento di un ego consapevole è possibile “disincagliarsi” dalle dinamiche di vincolo, imparando a gestirle con maggiore efficacia, compassione e umorismo.
Nell’ambito terapeutico le dinamiche di vincolo sono l’equivalente del Transfert e del Controtransfert.
Vedi: Sé genitorali, sé figli. Potere. Vulnerabilità. Potenziamento.
Sé genitoriali, sé figli. Sono gli “attori” della dinamica, interconnessi secondo flussi energetici automatici, che per questo vengono definiti di “vincolo”: ad es. l’aspetto “padre ritirato” in una delle due persone attiverà automaticamente e inconsciamente, nell’altro, un sé “figlio abbandonato e nel bisogno”; un sé “madre generosa” attiverà un sé “figlio riconoscente e grato”, oppure un sé “figlio viziato”. La terminologia “genitore/figlio” non è collegata alla reale parentela tra le due persone, all’età o al sesso.
Le scelte, in questi schemi relazionali, sono scarse e prevedibili.
Accensione della dinamica. Il sistema di accensione delle dinamiche di vincolo negative è qualche ferita inferta al bambino vulnerabile: si sente abbandonato, in pericolo, escluso, stanco o affamato. Quando non siamo consapevoli di queste emozioni – cioè quando non abbiamo coscienza di questo tipo di disagio o di ferita – ci muoviamo psicologicamente verso qualche aspetto di potere e ci identifichiamo con un sé potente. Da qui l’importanza vitale del contatto consapevole con il bambino interiore.
Mantenimento della dinamica. I sé rinnegati che vengono proiettati sull’altra persona alimentano la dinamica. Il giudizio che si è scatenato è rivelatore di che cosa viene proiettato e dell’identificazione con un sé opposto.
Mappatura della dinamica. Utilizzando il modello e intervistando le due persone (o anche una sola) è possibile ricostruire, passo passo, i singoli “frame” della dinamica. Questa ricostruzione è di per sé attivatrice di una visione lucida rispetto all’accaduto. Nella mappatura, oltre ai sé genitore/figlio che hanno gestito l’azione, si individuano i sé primari e rinnegati che le due persone portano l’una per l’altra.
Giugno 2006
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